una macabra esecuzione

Freddato con due colpi di pistola. Chi era Beni Arshiaj, l'albanese che aveva cambiato nome

Le forze dell'ordine in queste ore si stanno avvalendo anche della collaborazione delle autorità albanesi

Freddato con due colpi di pistola. Chi era Beni Arshiaj, l'albanese che aveva cambiato nome
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Una vita apparentemente normale quella di Beni (anche se il suo vero nome è Rezart Arshiaj). Il lavoro da piastrellista, la famiglia, i viaggi. Un uomo come tanti, che sui social si cimenta in videomaker per la moglie e lei pubblica su Tik Tok.

L’amore per i figli e la vita costruita dall’altra parte dell’Adriatico, a Oratorio, frazione del comune di Pisa, dove è stato freddato con due colpi di pistola calibro 22. Uno lo ha raggiunto alla testa, senza lasciargli scampo. L'altro ad una mano forse nel tentativo di difendersi. Cinque in tutto quelli sparati dal killer.

Una esecuzione.

Le indagini degli inquirenti

Le domande in queste ore sono molte. Per venirne a capo le forze dell’ordine si stanno anche affidando alle autorità albanesi per ricostruire le relazioni familiari.

C'è chi ha avanzato l'ipotesi di una esecuzione con il codice Kanun (un vecchio codice d’onore, ancora in voga nelle zone montane dell’Albania.  Viene regolato dal Kanun anche il sistema delle vendette di sangue: viene fissato in maniera rigorosa il dovere di vendicare l'uccisione del proprio consanguineo, colpendo l'assassino o i suoi parenti maschi fino al terzo grado di parentela).

Rezart (Beni) Arshiaj

Ma questa è solo una delle molteplici ipotesi. Restano anche quelle della droga o di un regolamento di conti o forse un avvertimento. Tante le incognite.

Quella telecamera che smesso di funzionare

Tra i pezzi del puzzle mancanti in questa macabra storia anche una telecamera in via Calatafimi, che avrebbe potuto riprendere quanto meno lo scooter.  Stranamente però il sistema di videosorveglianza era fuori uso ed è tornato a registrare solo alle 22. Un’ora dopo l’omicidio.

Spiega il proprietario della telecamera:

"Ha registrato venerdì e sabato, ma domenica è andata in tilt fino alle 22. Ho pensato che qualcuno l’avesse sabotata".

Strane coincidenze.

Ma chi era Rezart e perché si faceva chiamare Beni?

Forse un nomignolo che si è portato sin da piccolo quello di Beni, un nome comune albanese, ma che non ha nulla a che vedere con il diminutivo di Rezart. Anche sui social Rezart appariva con il nome di Beni. Voleva nascondersi da qualcuno? In Albania aveva lasciato dei conti in sospeso? 

A Oratorio, Beni e la famiglia ci erano arrivati solo due anni fa. Lui era ancora in attesa di essere regolarizzato.

La vita per la mogie e i due figli

A raccontare qualcosa in più di lui è il profilo social della compagna, originaria di Valona, Ina Hysaj. I figli, le vacanze, la bella vita.

Un presagio gli auguri di compleanno di Ina nel lontano 2016:

"Auguri mia metà - scrive - 10 anni insieme dove ne abbiamo passate di belle e brutte,  l’uno accanto all’altra, con i piedi per terra. Hai sacrificato, osato molto e ancora molto per fare il modo che noi due fossimo insieme per vedere un po’ di luce".

Il biglietto di auguri della moglie pubblicato sui social

Poi racconta di Beni che già all’età di 22 anni aveva molte responsabilità e problemi, che poi sono diventati la sua forza.

Infine, la tragedia. Lei, Ina Hysaj, ha avuto un malore quando ha visto il marito dentro al furgone. Ad assistere a quella macabra scena anche i figli. Adesso è caccia ai killer. Secondo alcune testimonianze si tratterebbe di due persone, scappate a bordo di uno scooter.

Le forze dell'ordine in queste ore hanno rintracciato un motorino, risultato rubato a settembre. Da capire se sia lo stesso su cui viaggiavano gli assassini. Al vaglio degli inquirenti anche il telefono della vittima: messaggi, telefonate e social saranno passati al setaccio.

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