CRONACA

Firenze, suicidio in carcere del poliziotto detenuto; ferma la presa di posizione del Sappe

“Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”

Firenze, suicidio in carcere del poliziotto detenuto; ferma la presa di posizione del Sappe
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Ferma presa di posizione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE dopo il suicidio di un agente della Polizia di Stato che era detenuto nel carcere di Sollicciano: “Come sapete, abbiamo sempre detto che la morte di un detenuto è sempre una sconfitta per lo Stato”, commenta amareggiato Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Non so se l’uomo avrebbe potuto o meno, in quanto appartenente alle Forze dell’Ordine, chiedere di scontare la detenzione in un carcere militare e neppure se questo avrebbe impedito che si togliesse la vita. Certo è che mi sembrano essere questi i problemi reali penitenziari sui quali Autorità istituzionali e politiche dovrebbero porre attenzione piuttosto che pensare a qualsiasi ipotesi di cancellare l’ergastolo in Italia…”.

Il segretario Capece

Capece sottolinea che "il suicidio e tutti questi altri eventi critici lasciano tutti nello sconcerto, sia il personale operante che i detenuti ivi presenti. Il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti”.

“Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni”, aggiunge. E si conferma critico con il Ministro della Giustizia Cartabia ed il Capo del DAP Renoldi sull’incontro con detenuti al 41 bis da parte dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” (che vede tra i suoi organi dirigenti anche persone condannate all’ergastolo ed a lunghe pene per fatti di terrorismo…) grazie al via libera del direttore dell’amministrazione penitenziaria per le visite del 7 e 10 maggio a Sassari e a Nuoro: “Speravo non arrivassero a tanto, ma ce l'aspettavamo. Conosciamo la politica del Ministro e del capo del Dap. Proprio a Renoldi, che presiedeva una riunione nel carcere di Firenze quando si è suicidato il detenuto vorrei chiedere perché non è rimasto sul posto ed anzi si è subito allontanato dal carcere di Sollicciano… Aspettiamoci di tutto e di più. L'intento del Ministero è cercare di eliminare l'ergastolo ostativo: spero davvero che il governo guidato da Mario Draghi non voglia stravolgere questa istituzione. Va bene la tutela dei diritti, ma si parta da quelli dei poliziotti e delle persone per bene. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. L'Amministrazione Penitenziaria non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”.

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