verso la mobilitazione

Figli di coppie gay, Nardella: "Ok alle iscrizioni all'anagrafe. E' buonsenso"

Per il primo cittadino fiorentino non si tratta di una posizione ideologica

Figli di coppie gay, Nardella: "Ok alle iscrizioni all'anagrafe. E' buonsenso"
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Tra i sindaci decisi ad andare avanti con le iscrizioni all'anagrafe per i figli nati da coppie omogenitoriali, c'è anche il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella.

«Non si tratta di un’iniziativa ideologica, ma di buonsenso », ha detto Nardella, che si unisce ai sindaci del centrosinistra che hanno chiesto in modo unitario un incontro urgente alla premier Giorgia Meloni ed al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Firenze è pronta a riprendere le iscrizioni

«La mia posizione riguarda il riconoscimento di bambine e bambini che sono presenti sul territorio in carne e e ossa - ha evidenziato Nardella durante una conferenza stampa - La legge italiana già considera un reato, nel nostro Paese, la maternità surrogata. Ho sempre pubblicamente espresso fortissimi dubbi, se non contrarietà, al fatto che la maternità surrogata possa essere legittimata nel nostro territorio, se non per casi estremamente eccezionali che comunque andrebbero individuati in modo specifico. Sono due aspetti completamente diversi, dovremmo evitare qualsiasi strumentalizzazione in questo senso.  Perché io da sindaco e da padre non posso voltarmi dall’altra parte avendo di fronte queste bambine e questi bambini».

Nessuna posizione ideologica

«Come noto, il Comune di Firenze già iscriveva i bambini e le bambine figli di coppie omogenitoriali nei registri comunali - ha ribadito il primo cittadino -  Non è una questione di governi, lo facevamo anche con altri governi, ci siamo fermati a seguito di un provvedimento della Prefettura. Nel frattempo sono successe cose rilevanti. La più rilevante, la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato in modo chiaro che c’è un vulnus legislativo che non consente di riconoscere pieni diritti ai bmbini e bambini in questione. Nonostante la chiara, limpida esortazione della Corte al legislatore nazionale a dare disciplina a questa situazione, nulla è accaduto. Di fronte a questa inerzia, credo sia doveroso per i sindaci dare un riconoscimento a questi bambini e bambine che non possono essere discriminati rispetto ad altri bambine e bambini del nostro Comune.

Ci siamo fermati per un motivo preciso come molti altri sindaci si sono fermati, ma vista la situazione di inerzia degli organi dello Stato e la sentenza della suprema corte, non si può rimanere fermi e inerti».

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