Estorsione e usura ai danni di un imprenditore toscano
Dopo alcuni mesi in cui aveva iniziato a restituire il denaro, attraverso anche il ricavato dalla vendita di alcuni gioielli e di un orologio di famiglia, l’imprenditore, in difficoltà economiche, non era stato più in grado di pagare quanto richiesto
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze Dott.ssa Antonella ZATINI, nei confronti di un soggetto di origini calabresi per i reati di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso ai danni di un imprenditore toscano.
Sequestrati anche due autoveicoli.
Estorsione e usura ai danni di un imprenditore toscano
L’attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza fiorentina e diretta dal Dott. Eligio PAOLINI della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, ha fatto emergere plurime condotte estorsive da parte del soggetto, ritenuto contiguo alla ‘ndrina BELLOCCO di San Ferdinando (RC), finalizzate al recupero di un prestito usuraio nei confronti di un imprenditore toscano del tessile e della figlia.
A seguito di un prestito iniziale di alcune migliaia di euro, la pretesa restitutoria, a fronte di difficoltà economiche dell’imprenditore, aveva fatto lievitare la somma da restituire a diverse decine di migliaia di euro, con interessi che si erano andati ad attestare intorno a un valore annuo di circa il 66%. Dopo alcuni mesi in cui aveva iniziato a restituire il denaro, attraverso anche il ricavato dalla vendita di alcuni gioielli e di un orologio di famiglia, l’imprenditore, in difficoltà economiche, non era stato più in grado di pagare quanto richiesto, suscitando così una crescita
esponenziale, di mese in mese, della pretesa di interessi da parte del soggetto e quindi della somma di denaro da restituire.
Gravi minacce
A fronte delle reiterate gravi minacce per ottenere il pagamento delle somme richieste, che avevano generato un forte timore per l’incolumità propria e della figlia, l’imprenditore si era visto costretto anche a far acquistare alla figlia, attraverso un finanziamento personale, un’auto di pregio del valore di oltre 30.000 euro, entrata di fatto nella disponibilità dell’usuraio.
L’attività d’indagine, svolta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Firenze, si inserisce in un complesso di azioni che la Guardia di Finanza svolge costantemente al fine di evitare che la criminalità possa approfittare di stati di difficoltà dei cittadini e delle imprese.