Crollo Pistoia, aperta un'inchiesta per lesioni e disastro colposo. Tre persone ancora in terapia intensiva
Restano ricoverate negli ospedali 20 persone
E' stato aperto un fascicolo per lesioni colpose e disastro colposo, dopo il crollo del pavimento all'ex convento di Giaccherino a Pistoia. Adesso la procura dovrà capire se un disastro del genere potesse essere evitato.
"Il crollo - ha detto il procuratore di Pistoia, Tommaso Coletta - ha messo a rischio la vita di tante persone. Adesso vaglieremo i documenti, poi faremo gli aggiornamenti tecnici. Decideremo se con la forma del pubblico ministero o incidente probatorio".
Bisognerà capire adesso se la struttura dove Paolo Mugnaini e Valeria Ybarra stavano festeggiando le nozze era idonea a ospitare eventi del genere.
Il bollettino medico
Sono ancora in terapia intensiva tre persone (2 a Careggi e 1 nell’Ospedale di Lucca). Altre 20 quelle ricoverate. Rimane ricoverata nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale di Pistoia anche la donna incinta, che aveva suscitato tanta preoccupazione, e che per ora è in buone condizioni di salute.
Sabato la prima telefonata al 118
Dopo le prime telefonate al 112 si è subito attivata la macchina per le maxi emergenze. Sono, stati infatti ben 7 gli ospedali fin da subito allertati: oltre a quello pistoiese, il più vicino territorialmente al luogo dell’evento, quelli di Lucca, Pescia, Prato, Empoli e nell’area fiorentina il San Giovanni di Dio e Careggi che si sono subito attivati per accogliere nei loro Pronto Soccorsi gli arrivi dei feriti (inizialmente 39).
I soccorsi sono stati rapidissimi (con un invio sul luogo di una trentina di automezzi tra automediche, ambulanze e pulmini e il conseguente raddoppio del personale nella Centrale Operativa) ed anche la centralizzazione dei pazienti nei diversi presidi ospedalieri, grazie anche al forte supporto e coinvolgimento delle Associazioni di Volontariato.
A distanza di due ore circa i feriti erano per la gran parte già all’interno dei Pronto Soccorsi a testimonianza dell’efficacia del Coordinamento Regionale Maxiemergenze nella distribuzione dei pazienti e della forte interazione tra le diverse Aziende Sanitarie nella gestione dell’evento.
Molti pazienti avevano riportato prevalentemente contusioni, ferite e fratture (alcune subito trattate dai sanitari con le relative dimissioni) oltre alla presenza di un evidente stato di shock: medici, infermieri e Oss nei Pronto Soccorsi, dopo aver preso in carico gli aspetti clinici si sono anche preoccupati e dedicati a quelli psicologici, riservando una particolare attenzione alla giovane coppia di sposi.
L’Ospedale San Jacopo, il presidio più prossimo, ed il primo ad essere coinvolto, aveva attivato subito il Peimaf – Piano di emergenza interno di massiccio afflusso (richiamando in servizio anche ulteriore personale) e dal momento che tutto si è svolto secondo i protocolli di intervento previsti per la gestione delle maxiemergenze è stato concretamente dimostrato quanto siano importanti la formazione del personale sanitario e le simulazioni che vengono fatte periodicamente nei Pronto Soccorsi.
Ha sicuramente funzionato anche l’intera rete ospedaliera e complessivamente sia le Aziende Sanitarie interessate che il territorio, attraverso i soccorsi, hanno reagito come un unico sistema nell’interesse primario di soccorrere e curare i feriti nel più breve tempo possibile.