Capannori, l'operaio morto in cartiera è stato ucciso: confessato l'omicidio
Dopo aver accantonato le prime ipotesi, i primi accertamenti hanno collegato la ferita sulla nuca ad un'arma da fuoco
Nessun malore fatale. Nessun incidente sul lavoro mortale. Artan Kaja, 53enne di origini albanesi, è stato ucciso con un colpo di pistola. Svolta nel caso di Lucca, passato da decesso accidentale ad omicidio dopo la confessione del delitto da parte di un autotrasportatore, suo conoscente di vecchia data.
L'operaio era stato trovato senza vita nel piazzale della cartiera Smurfit Kappa a Capannori dalla moglie, preoccupata per non averlo visto rientrare da lavoro. Inizialmente si era creduto ad una morte per infarto, ma presto la vicenda ha assunto contorni ben più oscuri. Sul corpo della vittima sono state trovate tracce di arma da fuoco e il cerchio per gli investigatori si è presto stretto attorno alla figura del connazionale.
La confessione
Le forze dell'ordine lo hanno identificato e lui ha prontamente confessato. Non sarebbe più riuscito a tenersi dentro quanto commesso e ha raccontato tutto agli agenti assumendosi tutte le colpe. Evidentemente sotto choc per l'accaduto, l'uomo non avrebbe al momento fornito ulteriori spiegazioni sul movente né su dove si trovi l'arma utilizzata. Stando alla prima ricostruzione, il colpo mortale sarebbe stato sparato da distanza ravvicinata.
A trovare il corpo senza vita di Kaja, come detto, è stata la moglie, con cui il 53enne da anni vive nella Piana fiorentina assieme ai figli. La donna - che si occupa delle pulizie della ditta - è tornata personalmente sul posto di lavoro del marito non vedendolo tornare presso la loro abitazione. Al tragico ritrovamento è scattata la chiamata ai soccorsi ma ormai era già tardi per l'operaio. All'arrivo della moglie, Kaja era già senza vita.
Il videoservizio di Italia7, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:
Dopo aver accantonato le prime ipotesi di incidente sul lavoro e malore, i primissimi accertamenti sul corpo hanno collegato la ferita sulla nuca della vittima ad un'arma da fuoco. Una conferma arrivata nella serata di giovedì 9 gennaio 2025, quando le forze dell'ordine - con una nota ufficiale - hanno confermato l'omicidio e il fermo dell'autotrasportatore. Si attendono ora novità - tra cui il completamento dell'esame autoptico - per chiarire ulteriormente un giallo che sta sconvolgendo tutta Capannori.