LA RICOSTRUZIONE

Calenzano, nuovo sopralluogo: individuato il punto preciso dell'esplosione

Il fascicolo, già composto da centinaia di documenti, al momento resta contro ignoti. A febbraio la relazione dei consulenti

Calenzano, nuovo sopralluogo: individuato il punto preciso dell'esplosione
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Nel corso di un nuovo sopralluogo andato in scena nella mattina di lunedì 23 dicembre 2024, è stato individuato il punto esatto da cui sono fuoriusciti i vapori di carburante che hanno creato le condizioni per l'esplosione avvenuta al deposito Eni di Calenzano, la quale provocò la morte di cinque lavoratori.

Presenti sul luogo della deflagrazione il procuratore Luca Tescaroli, i magistrati della procura di Prato e i consulenti tecnici nominati da quest'ultima. Sono loro gli incaricati a raccogliere gli elementi che ricostruiranno la dinamica dei fatti e la causa scatenante. Da qui a febbraio sarà stilata una relazione con la quale poi si procederà ad individuare eventuali indagati.

L'indagine

Al momento il fascicolo aperto dalla Procura è contro ignoti, per i reati di omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni e rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. La mancata totale sicurezza sul luogo di lavoro era stata già notificata in seguito ad un precedente sopralluogo al deposito con tanto di visione delle registrazioni delle telecamere. In particolare, si era rilevato come "una tubazione riposta sulla struttura" delle pensiline "risultasse essere priva dei bulloni di sicurezza".

I video dimostrano come l'esplosione sia avvenuta tra la baia 7 e la 6 del deposito, è lì che una nube di vapori cresce e si addensa tanto da far allarmare uno dei lavoratori, ovvero colui il quale schiacciò il pulsante di allarme per bloccare l'impianto. Pochi secondi più tardi sarebbe avvenuta l'esplosione e cinque persone avrebbero perso la vita. Il fascicolo di indagine si compone già di centinaia di documenti - cartacei e online - provenienti sia dalle sedi di Eni che dalle ditte esterne. Sono stati sequestrati anche i cellulari dei due lavoratori più vicini al luogo dello scoppio, per provare a ricostruire le fasi precedenti alla tragedia di Calenzano.

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