Bische clandestine, frodi fiscali ed estorsioni. A capo del sistema un cinese e due appartenenti al clan Terracciano
Maxi operazione della Squadra mobile di Pistoia e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia,
"Endegame", fine dei giochi per 12 persone che sono state raggiunte da misure cautelari perché indiziate di una serie di reati legati a un sistema di scommesse illegali e clandestine, oltre che per estorsioni, frodi fiscali e spaccio di droga. Le radici erano nelle province di Pistoia, Firenze e Prato.
E’ una vasta operazione quella condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Pistoia e del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Pistoia contro un giro di scommesse clandestine, sia online che in alcune sale slot di Prato.
Il servizio di Italia 7 (televisione del nostra gruppo Netweek)
Sequestrati due milioni di euro
Il bilancio è di dodici arresti, appunto, (nove in carcere e tre ai domiciliari con braccialetto elettronico). Ingente il sequestro che si aggira a due milioni di euro su beni beni mobili e immobili, tre sale giochi e scommesse, cinque società e un’auto. In carcere sono finiti Giacomo Terracciano e Francesco Terracciano, di Monsummano; Ye Shengbin, di Prato, Massimo Casabona di Montecatini, Fabrizio Amicucci di Prato, Mirko Mariani di Roma, Hu Yunye di Prato, Pierluigi Spera di Montecatini e Pietro Pettinari di Montemurlo. Arresti domiciliari per Jonah Ghiselli di Viareggio, Federico Cipollini di Carrara e Leandro Borgi di Prato.
Le intercettazioni
Fondamentali nel ricomporre i pezzi del puzzle sono state le intercettazioni.
"Non ci possono fare niente. C’è soltanto una contravvenzione", si sente in una delle retrobotteghe di una delle bische clandestine.
E poi ancora uno degli indagati uno dei sodali al vertice, parla con un amico, in auto e dice: "Giocano fino a trecento-quattrocentomila euro al mese".
Alla guida c'era un cittadino cinese
La mente di tutto un cittadino cinese di 43 anni che avrebbe ideato e gestito il sistema di frodi fiscali. Inesistente per il fisco, ma anche per lo stato. Una sorta di “primula rossa” dedita, da oltre vent’anni, all’acquisizione occulta di attività economiche, che poi gestiva in spregio della normativa fiscale, spesso per interposta persona, spogliandole del loro patrimonio, accumulando così decine di milioni di euro di debiti tributari. Non solo, ma non si faceva risparmiare niente dalle auto di lusso fino alle vacanze da sogno.
Con lui altri indagati, tra cui un commercialista pratese e due cittadini italiani. Questi ultimi, già conosciuti alle forze dell'ordine perché coinvolti nella camorra.
Dall’indagine, dove le intercettazioni hanno svolto un ruolo cruciale, come ha spiegato il procuratore, si sono aperti quattro filoni che hanno riguardato il controllo dei locali, lo spaccio che vi avveniva, i reati fiscali, compresa l’esportazione di valuta all’estero, e l’associazione finalizzata alle scommesse clandestine e al gioco d’azzardo che ha avuto, come teatro, la città di Prato.
"Le dimensioni di questa associazione dedita alle scommesse clandestine – ha spiegato il procuratore– è misurabile in termini economici e sono stati rivelati proprio nel corso delle intercettazioni dove uno dei sodali al vertice, parla con un amico, in auto e dice: "Giocano fino a trecento-quattrocentomila euro al mese".
La denuncia è partita da due cittadini residenti nel pistoiese
Ad incastrarli la denuncia di una coppia di imprenditori pistoiese che gestivano due locali di ristorazione e intrattenimento in Montecatini Terme ed a Pieve a Nievole. E’ il febbraio 2022 quando la coppia, ormai stanca delle minacce e delle richieste estorsive si è rivolta alla polizia. Da lì la Mobile ha scoperchiato il vaso di pandora.
Per le operazioni sono stati impiegati 90 poliziotti, fra cui anche gli specialisti del Servizio di Polizia Scientifica di Roma, esperti nell'uso di apparati ad alta tecnologia come il georadar. Sono stati questi ultimi infatti a scannerizzare ogni parete delle sale giochi, in cerca di vani occulti o intercapedini nascoste.
L’operazione arriva a qualche giorno di distanza dalla scoperta di una bisca clandestina a Vinci, in provincia di Firenze, dove un internet point era stato trasformato in una sala giochi, con tanto di pubblicità sui social.