Beko, in 400 in corteo per le vie di Siena: "No alla chiusura"
In Parlamento un'interrogazione al Mimit per chiedere certezza sul futuro degli oltre 1300 lavoratori a livello italiano
In 400 in corteo questa mattina, lunedì 25 novembre 2024, per le vie del centro di Siena per protestare contro la chiusura dello stabilimento ex Whirlpool decisa dalla multinazionale turca Beko Europe e annunciata nei giorni scorsi dall'azienda in un tavolo al Mimit.
"Non molliamo mai", cantano i lavoratori dietro allo striscione 'Rsu Beko Europe Siena in lotta'.
Numerosi i rappresentanti sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Con loro, tra gli altri, il sindaco di Siena Nicoletta Fabio, i sindaci della provincia senese, i parlamentari eletti nel territorio tra cui il senatore Silvio Franceschelli (Pd) che è anche sindaco di Montalcino e il deputato Francesco Michelotti del FdI, l'eurodeputato Dario Nardella (Pd).
In Parlamento subito un'interrogazione
Un'interpellanza rivolta al ministro a firma dei parlamentari toscani e non che chiedono:
"quali iniziative anche normative, intenda assumere, per quanto di competenza, il Ministro interpellato al fine di scongiurare le chiusure e i ridimensionamenti ventilati da Beko Europe presso gli stabilimenti italiani".
E poi ancora "quali specifiche garanzie si intendano richiedere circa il mantenimento dei livelli occupazionali e produttivi; quale seguito si intenda dare alla richiesta dei sindacati circa l’esercizio del golden power, nonché in merito alla condivisione del suo contenuto".
La storia di una crisi annunciata
I parlamentari ricostruiscono anche i vari passaggi della ex whirpool. Era aprile 2024, dopo mesi di attesa, quando è stato formalmente definito l’accordo di conferimento tra Beko BV, marchio turco di elettrodomestici afferente il gruppo Arçelik e Whirlpool Emea Holdings LLC, controllata di Whirlpool Corporation.
Tale operazione ha dato avvio a una nuova entità, Beko Europe, per il 75 per cento di proprietà di Beko BV e per il restante 25 per cento posseduta da Whirlpool Corporation; l’operazione ha visto Arçelik conferire alla nuova società due stabilimenti romeni mentre Whirlpool ha contestualmente trasferito il business dei grandi elettrodomestici, gestito attraverso 7 siti produttivi in Europa e una forza lavoro complessiva pari a 14.000 dipendenti.
In Italia, l’iniziativa ha coinvolto i 5 insediamenti di Siena, Comunanza (Ascoli Piceno), Fabriano (Ancona), Cassinetta (Varese) e Carinaro (Caserta) che occupano un totale di circa 5.000 dipendenti. Per quel che concerne gli stabilimenti marchigiani, in particolare, occorre rilevare come essi si insedino in un contesto socio-economico fragile, presso due aree interne fortemente penalizzate dal sisma del 2016.
I 5 siti produttivi, nel 2014, erano già stati oggetto di un cambio di proprietà, intervenuto a seguito dell’avvenuta acquisizione delle quote Indesit in capo a Fineldo e Famiglia Merloni da parte di Whirlpool. A seguito dell’operazione, tuttavia, i medesimi stabilimenti hanno purtroppo sperimentato un decennio di drammatiche incertezze. L’avvento di Arçelik, non ha però fornito l’auspicabile significativo contributo in termini di certezze.
A rischio chiusura ci sono gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), Siena e Cassinetta (Varese). E il motivo, secondo Beko, è che i tre siti sarebbero impegnati in produzioni i cui mercati di riferimento erano stati dichiarati da Beko decisamente in difficoltà.
Sono ben 1935 gli esuberi
La multinazionale turca ha difatti sostanzialmente ufficializzato la chiusura degli stabilimenti di Comunanza e Siena, il ridimensionamento dell’insediamento di Cassinetta, la chiusura della divisione ricerca e sviluppo di Fabriano e più in generale tagli in tutti i siti e gli uffici italiani per un totale di 1.935 esuberi su 4.440 occupati.
Più in particolare, il piano di Beko prevede le chiusure, entro fine 2025, della fabbrica di congelatori di Siena e di quella di lavatrici di Comunanza, con la progressiva cessazione delle produzioni. A Cassinetta è previsto il mantenimento di sole 3 attuali 5: un ridimensionamento che determina 541 esuberi.
A Melano gli esuberi ammonterebbero a 66, a Siena 290, a Comunanza 320, a Carinaro 40, inoltre 198 si collocano nella ricerca e sviluppo, 98 nel commerciale Italia, 19 nel commerciale Medio Oriente e Africa, 363 nelle funzioni regionali.