Ancora un'altra manifestazione

Bambina scomparsa, i genitori: "Vogliamo risposte dallo Stato italiano"

Il sostituto procuratore ha invitato coloro che sanno a riferire esclusivamente in Procura nell'interesse prioritario della piccola bimba scomparsa

Bambina scomparsa, i genitori: "Vogliamo risposte dallo Stato italiano"
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E' ancora buio sulla scomparsa di Kataleya. Nessun esito. Nessuna novità sulle indagini. Tranne una telefonata, secondo quanto ha riferito il babbo della bambina, scomparsa lo scorso 10 giugno 2023. Una telefonata, che sarebbe arrivata dal Perù, e che pare indichi il rapimento della bambina come uno scambio di persona. Non volevano lei.

Tutto gira ancora dentro la comunità peruviana, tra omertà, silenzi e mezze parole. 

Sembra che tutto, almeno secondo le indagini degli inquirenti, si aggiri intorno al microcosmo dell'ex hotel Astor, prima sgomberato e poi setacciata per cercare tracce di Kataleya. Si è cercato ovunque, persino nei tombini. Niente.

Ennesima manifestazione

Anche ieri, domenica 2 luglio 2023, i genitori di Kata sono scesi in piazza. Insieme a loro, parte della comunità sud americana e alcune mamme italiane. "I bambini non si toccano", hanno urlato più volte tra  piazza Dallapiccola fino a piazza Puccini.

A prendere il microfono anche Miguel Angel Romero Chiccllo, il babbo di Kataleya, che si è rivolto direttamente alla Procura.

"Ci hanno detto che non c’è ancora nessuna pista, vogliamo delle risposte dallo Stato italiano, dobbiamo avere risposte perché siamo disperati, venti giorni e ancora nessuna traccia, nessuna pista, dovete risponderci, tutti dovete sapere quello che sta succedendo qua a Firenze". E poi la rabbia: "L'Italia fa schifo".

Urla di disperazione.

"Tutti abbiamo bambini. Non fatelo per me, fatelo per Kataleya, riportartela a casa, non può sparire una bambina, qualcuno sa qualcosa, qualcuno ha visto e deve parlare".

Il procuratore al Tg1

Come detto, da quel 10 giugno le indagini corrono veloci. La pista e le dinamiche del rapimento si girano tutte intorno all'ex Astor e ai suoi occupanti. Questa volta è stato il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli, a fare un appello di responsabilità, chiarendo anche che il prelievo del Dna degli ospiti abusivi dell'Astor, "si tratta di un'attività di indagine funzionale agli sviluppi investigativi che vi saranno".

Il procuratore ha chiesto ai familiari "il più stretto riserbo e un impegno da parte della collettività, invitando coloro che sanno a riferire esclusivamente a quest'ufficio nell'interesse prioritario della piccola bimba scomparsa.

L'ipotizzato sequestro di persona potrebbe trovare spiegazione nei rapporti conflittuali che sono sfociati in delitti con denunce reciproche, maturate nell'ambito dell'occupazione abusiva dell'hotel Astor", ha detto Tescaroli.

"Sono emersi elementi utili in fase di approfondimento delle investigazioni estremamente articolate che sono in atto. Non vi sono filmati con voce della bambina".

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