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"Proponiamo al Comune di Pistoia di ripensare il sistema dei cassonetti interrati e promuovere una raccolta porta a porta in tutta la città". Con questo appello le varie sigle ambientaliste cittadine dicono la loro in merito ai recenti aumenti delle tariffe della Tari per i pistoiesi.
Presa di posizione della principale associazione ambientalista, assieme ad alcuni comitati, per gli aumenti della Tari a Pistoia che sono scattati proprio in questi giorni e riguardano tutti: al primo posto il mancato raggiungimento, a livello regionale, dei dati prescritti per la differenziata. Ma Wwf chiede anche altro.
Sono di questi giorni le proteste dei cittadini per i sensibili aumenti ricevuti con la bolletta della TARI, la cui prima rata è scaduta ieri (giovedì 16 maggio).Contestualmente, i livelli di raccolta differenziata della nostra città, certificati ARRR, sono ancora a livelli che dire bassi significa usare un eufemismo, visto che non superiamo il 40% (quando, per legge, avremmo dovuto essere al 65% già nel 2012!).
Ci sono città toscane, grandi due volte Pistoia, come Livorno e Prato, che hanno raggiunto percentuali doppie di raccolta differenziata, adottando – nella maggioranza delle zone – il sistema del porta a porta.La città labronica è arrivata, per esempio, al 65,90% e già l’amministrazione annuncia riduzioni sulla Tari, che comunque non ha subito aumenti come a Pistoia. Raccogliere in maniera differenziata i rifiuti e farlo bene con il sistema del porta a porta, significa produrre, già nel medio periodo, meno scarti da smaltire in discarica o all’inceneritore.Grazie a questo calo, i cittadini delle città virtuose hanno avuto o stanno per avere una riduzione importante della tassa sui rifiuti. Ed è esattamente questo il sistema che proponiamo al Comune di Pistoia, finora inascoltati come in passato, ovvero anziché spendere risorse nei cassonetti interrati per tutta la città (costi dovuti all’installazione ed alla manutenzione), si adotti fin da subito e per tutta la città il metodo del porta a porta e si facciano anche convenzioni con i centri commerciali (supermercati) che puntino alla riduzione degli imballaggi ed al conferimento degli stessi nella filiera del riciclo.A livello di A.T.O, si dovrebbe poi pensare ad un sistema impiantistico “dolce” ed adeguato, ovvero impianti di compostaggio e di riciclo, alla base di un sistema virtuoso di gestione dei rifiuti, come avviene ormai in tante parti in Italia, non solo in Toscana, ma anche e soprattutto al Nord, con esempi all’avanguardia come quello del Consorzio Priula che serve quasi 300.000 abitanti nel trevigiano e che ha raggiunto percentuali di raccolta differenziata oltre l’80%.Abbassare la Tari ed aumentare la raccolta differenziata dei rifiuti si può, basta che vi sia una scelta politica convinta ed efficace, ovvero tutto l’opposto di quello che si è fatto finora.