Assolti per lo stupro di gruppo, ma la procura impugna la sentenza. "E' stato un errore di diritto"
Due ragazzi, all'epoca dei fatti di 19 anni, erano stati assolti dal reato di violenza di gruppo
Un errore di diritto. Con questa motivazione la Procura generale di Firenze ha impugnato la sentenza riguardo all'assoluzione di due ventenni accusati di stupro perché non avrebbero compreso il "no" della ragazza.
I fatti risalgono all'agosto 2023. Chiara la sentenza del giudice per l'udienza preliminare, Fabio Gugliotta, che non ha riconosciuto i due ragazzi - all'epoca dei fatti di 19 anni - colpevoli del reato di violenza sessuale di gruppo. Allora, secondo il giudice i due, assistiti dagli avvocati Neri Cappugi e Vincenzo Martucci, avrebbero frainteso il consenso al rapporto sessuale da parte della ragazza. Lei era ubriaca, e in passato - come emesso durante il processo, in passato aveva avuto rapporti con uno degli imputati. Tradotto, secondo il gup, bastavano questi elementi i due 19enni potessero pensare che lei fosse consenziente. Quindi, "errata percezione". Quindi, nella sentenza per Gugliotta, "non ci fu violenza di gruppo".
Sentenza impugnata
Quella decisione, molto discussa ai tempi, è stata messa in discussione. La procura di Firenze, infatti, ha chiesto la condanna dei due imputati poiché, secondo il sostituto procuratore, la giovane quando venne avvicinata "era già in condizioni psicofisiche compromesse".
L'assoluzione secondo l'accusa sarebbe quindi fondata "su un palese errore di diritto" poiché la situazione di inferiorità psicofisica "chiaramente avvertita da tutti gli imputati" e l'errore sull'esistenza del consenso "non può essere ritenuto in alcun modo influire sulla sussistenza del dolo". Al processo d'appello la procura generale chiederà che venga riaperta l'istruttoria con nuove testimonianze, compresa quella della giovane.
La violenza durante una festa
I fatti risalgono allo scorso marzo e si sarebbero svolti durante una festa in una villa alla Rufina, in provincia di Firenze. Qui i ragazzi avrebbero fumato, bevuto e ballato. Poi, l'approccio nei confronti della ragazza. Come detto, la 18enne, in passato, aveva avuto rapporti sessuali con uno dei due imputati, anche in presenza di altre persone. Questo, secondo le motivazioni della sentenza di assoluzione, all’epoca dei fatti, avrebbe spinto i ragazzi a dare per scontato il suo consenso anche nella successiva occasione nella quale lei, ubriaca, non era nelle condizioni di manifestare la sua volontà.
Per questo, il giudice Gugliotta, al termine del processo per rito abbreviato ha ritenuto i due coetanei non punibili per "errore sul fatto che costituisce reato” che “non cancella l’esistenza oggettiva di una condotta di violenza sessuale" ma - si prosegue nelle motivazioni - "impedisce di ritenere penalmente rilevante la loro condotta".