controlli in tuta la provincia

Arezzo, scoperti 139 lavoratori in nero. Alcuni di loro percepivano la disoccupazione

Imposte evase per oltre 3,3 milioni di euro

Arezzo, scoperti 139 lavoratori in nero. Alcuni di loro percepivano la disoccupazione
Pubblicato:
Aggiornato:

C'è chi lavorava come terzista nel campo dell'oreficeria e gioielleria o chi nell'edilizia. E' una operazione estesa quella della Guardia di Finanza che abbaraccia tutta la provincia di Arezzo con 139 lavoratori impiegati in nero, tra cui anche un minorenne.

Un pomeriggio qualunque

I primi controlli nascono all'interno di una ditta dove i dipendenti - di nazionalità bengalese, indiana e pakistana - sono stati sopresi a lavorare nonostante fosse un giorno festivo. Da qui sono scattati i controlli. 

I finanzieri, attirati dalla presenza di numerose biciclette posteggiate nei pressi di un capannone, vi facevano accesso riscontrando la presenza dei lavoratori, intenti ad effettuare attività di saldatura dei vari componenti dei preziosi.

Dei 39 lavoratori extracomunitari presenti, 24 erano completamente in “nero”, mentre i restanti 15 erano da considerarsi “irregolari”, in quanto il titolare dell’impresa, pur avendoli formalmente assunti, non ha poi registrato la loro presenza lavorativa nel “Libro Unico del Lavoro”

Al datore di lavoro sono state contestate sanzioni amministrative in materia di lavoro “nero” o “irregolare” per oltre 80.000 euro. Lo stesso è stato inoltre denunciato per violazione delle normative che regolamentano l’occupazione di lavoratori extracomunitari, avendo impiegato, tra in “nero” e “irregolari”, 15 lavoratori dei quali: - 1 era minorenne e privo di documentazione di soggiorno - 6 avevano attivato l’iter per il riconoscimento della protezione internazionale e non erano impiegabili; - 8 avevano fatto ingresso nel Paese utilizzando il c.d. “decreto flussi”, ma senza poi porre in essere gli adempimenti previsti, successivamente all’ingresso sul territorio nazionale, per ottenere il “permesso di soggiorno per lavoro subordinato”.

A finire nel mirino delle fiamme gialle anche un'altra ditta del settore orafo, gestita da un cittadino pakistano che impiegava 4 lavoratori connazionali “in nero”. Anche in questo caso si è proceduto ad inoltrare al locale Ispettorato Territoriale del Lavoro una segnalazione per la sospensione dell’attività imprenditoriale.

Successivi riscontri hanno permesso, inoltre, di appurare che 3 dei 4 lavoratori in questione avevano attivato l’iter per il riconoscimento della protezione internazionale ed erano quindi impiegati anche in violazione delle normative che regolamentano l’occupazione di lavoratori extracomunitari.

Anche in questo caso il titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica.

Controlli nell'edilizia a San Giovanni Valdarno

Infine, i finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno, all’esito di verifiche fiscali nei confronti di 6 imprese edili del Valdarno, hanno individuato complessivamente ben 85 lavoratori “in nero”, in gran parte italiani, 8 dei quali, sebbene formalmente disoccupati, percepivano indebitamente l’indennità mensile di disoccupazione (NASPI) per importi complessivamente pari a 60.000 euro.

Una delle imprese era “esterovestita”, ovvero, al fine di non risultare individuabile al fisco italiano, era stata fittiziamente localizzata in un Paese comunitario con una tassazione inferiore rispetto a quella italiana, nonostante fosse di fatto amministrata nel territorio nazionale.

Nei confronti dei soggetti verbalizzati, anch’essi segnalati all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Arezzo, oltre a sanzioni amministrative in materia di lavoro “nero” per oltre 300.000 euro, sono state constatate imposte a vario titolo evase per circa 3.300.000 euro. Due amministratori sono stati inoltre denunciati alla Procura della Repubblica di Arezzo per reati fiscali.

Seguici sui nostri canali