Arezzo, l'aereo precipitò per il comportamento negligente del pilota: nessun risarcimento
Secondo i giudici, Massimo Giua chattava e scattava foto. Inoltre c'erano nebbia e maltempo
Non ci sarà alcun risarcimento per Massimo Giua, il pilota morto nel 2022 mentre stava sorvolando le Alpi svizzere con un Cessna caravan 208 per rientrare ad Arezzo, da dove era decollato alcune ore prima. Per il Tribunale il suo comportamento è stato negligente visto che chattava e scattava foto e inoltre il bollettino meteo vietava di sorvolare quelle zone, in quelle ore di nebbia e maltempo, e quindi non avrebbe dovuto volare.
I fatti della primavera 2022
Il pilota 63enne, di origini umbre, era decollato il 30 marzo del 2022 dal Molin Bianco di Arezzo per un volo di andata e ritorno in giornata, ma nel pomeriggio i radar avevano perso le sue tracce.Il suo corpo e i resti dell’aereo furono ritrovati solo il 2 aprile, proprio per le pessime condizioni meteo e per il luogo impervio in cui era precipitato, dalle autorità elvetiche.
I giudici aretini, che hanno pubblicato la sentenza di primo grado nei giorni scorsi, sono arrivati alla conclusione che la responsabilità della tragedia sia riconducibile solo ed esclusivamente ad alcuni comportamenti errati dell’uomo e alle sue scelte improvvide del giorno in cui perse la vita.
Le conclusioni dei giudici
"Durante il volo di rientro, il pilota conversava via chat con amici, distraendosi dalla guida, scattando addirittura foto sul pericoloso ghiaccio presente sulle ali dell’aereo", le conclusioni a cui sono arrivati i giudici, che hanno ritenuto il suo comportamento assolutamente volontario e del tutto svincolato anche da prestazioni di tipo lavorativo. A detta di tutti i testimoni, Giua era un pilota di esperienza: forse un eccesso di sicurezza lo ha portato ad operare scelte che si sono rivelate poi fatali.