"CONDIZIONI NON TOLLERABILI"

Aggressione a Seano, le Diocesi di Prato e Pistoia: "Non possiamo rimanere in silenzio. Fatti gravi e preoccupanti"

In una nota congiunta, le Diocesi di Prato e Pistoia hanno condannato l'episodio di violenza contro gli scioperatori di Seano

Aggressione a Seano, le Diocesi di Prato e Pistoia: "Non possiamo rimanere in silenzio. Fatti gravi e preoccupanti"
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Nella notte tra martedì 8 ottobre e mercoledì 9 ottobre intorno all'1.30, quattro scioperanti in presidio di protesta ai cancelli della pelletteria Confezione Lin Weidong, a Seano, frazione di Carmignano, sono stati aggrediti con spranghe di ferro. Un "attacco squadrista al picchetto", l'ha definito in una nota il sindacato Sudd Cobas.

I quattro, due italiani e due pakistani, sono stati feriti e portati in ospedale. Un episodio gravissimo per violenza, modalità e specificità del bersaglio. I lavoratori erano infatti lì per protestare contro orari di lavoro da "12 ore al giorno 7 giorni su 7". Il sindacato non ha usato mezze misure parlando di un gruppo "assoldato da un sistema mafioso che controlla il distretto e cerca di mettere a tacere i lavoratori e il sindacato". Ne è seguita una manifestazione spontanea di sciopero delle altre ditte, mentre il sindacato SUDD ha indetto per domenica 13 ottobre alle ore 17:30 una manifestazione antimafia con concentramento sempre in Via Galilei a Seano.

Il commento delle diocesi di Prato e Pistoia

Tra le istituzioni toscane ad aver parlato era già stato Eugenio Giani, presidente della regione. A lui sono seguiti i commenti anche delle diocesi di Prato e Pistoia. Una nota congiunta a firma Fulvio Barni e Selma Ferrarli, rispettivamente Direttore dell'Ufficio pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Prato e Pistoia.

"Non possiamo rimanere silenti davanti ai fatti di Seano. Sono stati compiuti fatti gravi e preoccupanti: le aggressioni subite da coloro che protestano per le loro condizioni lavorative non sono tollerabili", scrivono.

"Non possiamo inoltre girare la testa e pensare che tutto vada bene nel tessuto economico: le condizioni di tanti lavoratori del distretto tessile pratese, soprattutto di provenienza straniera, sono spesso inaccettabili. 'La vita di ogni comunità esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità', disse Papa Francesco nella sua visita a Prato del novembre 2015. Queste parole ancora oggi devono essere riferimento nell’azione quotidiana di ciascun uomo di buona volontà, che non può scegliere la strada dello sfruttamento per un interesse personale".

"È necessario ricordare come al centro del lavoro ci siano le persone, con una propria storia, una propria casa e una propria vita. Assieme è necessario costruire una vita sostenibile, equa e giusta, che possa vedere nel lavoro un luogo della partecipazione e della valorizzazione della persona stessa, non certo uno spazio di annichilimento dell’umanità. Per questo, come Pastorali Sociali e del Lavoro di Pistoia e Prato continueremo la nostra azione affinché si possa superare lo schema del profitto ad ogni costo verso la ricerca di un lavoro degno per tutti".

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