Le condizioni del volontario della Misericordia, Antonio Turrisi di 84 anni, rimangono gravissime dopo un’aggressione avvenuta venerdì scorso davanti alla mensa Emmaus. Turrisi, ben noto nel panorama del volontariato empolese, è stato sottoposto a un intervento d’urgenza che ha comportato l’asportazione della milza e attualmente è ricoverato in prognosi riservata.
L’aggressore, un senzatetto, è stato arrestato e ora si trova nel carcere di Sollicciano con l’accusa di tentato omicidio. Si tratta di una persona già conosciuta nella zona della stazione, uno dei frequentatori abituali della mensa Emmaus di via XI Febbraio a Empoli, gestita dalla Misericordia. Rimangono ignoti i motivi che hanno scatenato una violenza così intensa nei confronti di Antonio Turrisi.
Il violento attacco è iniziato con pugni al volto, seguito da una caduta a terra e da una raffica di colpi che solo l’intervento tempestivo di un altro volontario è riuscito a fermare. I carabinieri sono intervenuti rapidamente, rintracciando l’aggressore a breve distanza.
“È inaccettabile – ha dichiarato il figlio Simone in un’intervista a La Nazione – che una persona impegnata ad aiutare gli altri possa subire una simile violenza. Mio padre era lì per fare del bene”.
Questo episodio ha suscitato forte indignazione nel mondo delle Misericordie, che denuncia un clima sempre più ostile nei confronti di chi dedica la propria vita agli altri.
Alberto Corsinovi, presidente regionale, ha sottolineato come atti del genere rappresentino un attacco diretto al cuore del volontariato, evidenziando che “ancora una volta, a farne le spese è una persona che, a ottantaquattro anni, continua a servire chi ha bisogno”.
Le Misericordie d’Italia esprimono preoccupazione e amarezza. Oltre alle parole di solidarietà, è emersa una richiesta chiara: è necessaria maggiore attenzione, prevenzione e tutele concrete per chi ogni giorno sceglie di stare al fianco dei più vulnerabili.