Aggredita verbalmente, dottoressa si sente male e finisce in terapia intensiva
Nel 2022 ci sono stati 1258 casi di aggressione. L'allarme di medici e infermieri
Uno sconto verbale, le urla, poi lei si è accasciata a terra, perdendo i sensi. E' il riassunto di un fine turno pomeridiano all'ospedale Santo Stefano di Prato dove l'aggressione verbale a una dottoressa le ho è costato un malore al torace e il ricovero in terapia intensiva.
I fatti
E' martedì 13 febbraio 2024 quando un paziente viene preso in carico al pronto soccorso. Ad accompagnarlo un conoscente, che da lì a poco ha iniziato a inveire in mezzo alla sala d'attesa del Santo Stefano. I toni si sono accesi prima nel dipartimento d'urgenza davanti agli altri utenti, poi con la dottoressa. L'uomo voleva risposte e spiegazioni sul proprio conoscente. Per calmare gli animi è stato necessario l'intervento delle guardie della sicurezza interna.
Poi il malore improvviso
Attimi concitati, che in poco tempo si sono trasformati in una emergenza. La dottoressa, molto conosciuta sul territorio, è diventata improvvisamente pallida, sentendo un forte dolore al petto. Solo il pronto intervento dei colleghi le ha salvato la vita. La diagnosi parla di una cardiopatia ischemica da stress, che ha richiesto il ricovero in terapia intensiva dello stesso presidio sanitario. Ennesima aggressione, quindi, e con le stesse modalità.
Deve cambiare qualcosa?
Non è la prima volta e ormai le aggressioni ai danni dei sanitari sono quasi all'ordine del giorno. Lo dicono i numeri, che non possono essere ignorati. Nelle scorse settimane l'ordine dei medici e quello degli infermieri di Firenze e Pistoia avevano chiesto degli interventi urgenti.
"Sono in crescita negli ultimi anni le aggressioni al personale sanitario. Urgono interventi".
I numeri delle aggressioni
In base ai dati presentati recentemente nella Commissione sanità del Consiglio regionale toscano, nel 2020 sono state registrate 752 aggressioni al personale sanitario (561 aggressioni verbali, 191 aggressioni fisiche); 817 quelle del 2021 (591 aggressioni verbali, 226 aggressioni fisiche); nel 2022 il dato si conferma stabile, leggermente in crescita, con 1258 casi (935 verbali e 323 fisiche). I dati del 2023 sono in elaborazione ma si prefigurano numeri in aumento anche per la crescita dei flussi nei pronto soccorso.
L'allarme di medici e infermieri
"Sono sempre più urgenti e necessari interventi per arginare un problema non più trascurabile: siamo diventati un bersaglio. Oltre al pericolo concreto di non riuscire a fare il nostro lavoro in sicurezza, si rischia di demotivare e avvilire una categoria intera di lavoratori che è quotidianamente sul campo, al servizio della salute pubblica – ha fatto notare David Nucci, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale di Firenze e Pistoia -.
Ci associamo dunque al “grido di aiuto” proveniente da altre regioni come, ad esempio, il Veneto o la Campania, dove si è per fortuna passati ai fatti: sono state chieste e attivate linee di intervento, intensificati i controlli presso gli ospedali, in sinergia con la Polizia".
"Le aggressioni a medici e infermieri - ha aggiunto Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Firenze - sono ormai una notizia settimanale se non addirittura quotidiana e sono per altro in crescita rispetto agli anni scorsi.
Questa situazione avvilisce una categoria di lavoratori che da sempre si pone a servizio del cittadino. C’è bisogno che ogni aggressione verbale o fisica venga puntualmente denunciata: bisogna applicare le leggi esistenti. Oltre a questo, è però fondamentale fare un lavoro preventivo di tipo culturale sulla popolazione che faccia capire quanto medici ed infermieri siano i migliori alleati del paziente. Il rispetto per il lavoro e per la dignità dei professionisti della sanità è un punto irrinunciabile".