Acquistavano ingenti quantità di oro e palladio in nero: truffa da 60 milioni di euro
Le società utilizzavano i proventi riciclandoli per l'acquisto di oro puro. Beneficiaria una società pisana
Uno schema di frode basato sull'acquisto in nero di ingenti quantità di palladio e platino, evasione dell'Iva e riciclaggio del provento illecito da reinvestire nell'acquisto di oro puro. Una maxi truffa, perpetrata tra il 2019 e il 2023, dal valore complessivo di 60 milioni di euro quella scovata dalla Guardia di Finanza di Arezzo.
Lo schema di frode
Il meccanismo ricostruito dalla polizia economico-finanziaria di Arezzo, si sarebbe sviluppato attraverso “numerosissimi scambi commerciali intercorsi fra diverse società, con sede in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio".
Queste società avrebbero emesso fatture false per il valore di 60 milioni di euro, evadendo 10 milioni di euro di IVA e generando un profitto di 10 milioni. Lo schema di frode, che ha coinvolto complessivamente 13 persone e 8 società, “aveva quale perno e principale beneficiaria una società pisana operante nel settore della produzione e commercializzazione di metalli preziosi".
L'ipotesi di reato
La Guardia di finanza di Arezzo ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 persone, poste poi ai domiciliari, con l'accusa di frode fiscale nella commercializzazione di metalli preziosi.
Arrivato inoltre anche un sequestro di beni del valore di 10 milioni di euro, il profitto del reato contestato. Eseguite anche 18 tra perquisizioni e sequestri ad Arezzo, Pisa, Roma, Parma, Alessandria, Terni, Nuoro, L'Aquila, Lucca e persino in Svizzera.