Un anno dopo l'alluvione, fiaccolata a Campi: "Mai più 2 novembre"
Il sindaco: "Serve un piano nazionale idrogeologico". La paura del portavoce dei Comitati: "Potrebbe risuccedere"
Quella tra sabato 2 e domenica 3 novembre, è stata una notte di fiaccolate per i tanti toscani colpiti dall'alluvione del novembre 2003.
In mille in piazza a Campi
Nel luogo simbolo - Campi Bisenzio - in un migliaio di campigiani hanno sfilato con le fiaccole in mano per chiedere ristori dignitosi e la messa in sicurezza del territorio che ha travolto le loro case e le loro vite.
C'erano gli abitanti e i commercianti colpiti, i volontari della Protezione civile, della Pubblica assistenza, della Misericordia. Un grande striscione giallo: "Mai più 2 novembre. Alluvionati toscani".
Le parole del sindaco Tagliaferri
Ci sono il gonfalone del Comune di Campi e il sindaco Andrea Tagliaferri: "Dopo un anno l’emergenza non è terminata. C’è ancora da mettere in sicurezza il territorio e non sappiamo quali e quante risorse ci arriveranno dallo Stato. C’è la necessità di un piano nazionale per il rischio idrogeologico", dice.
Villa Montalvo ancora inagibile
Fiaccole in mano, sguardi severi a scrutare i fiumi. Il corteo parte da Villa Montalvo. A pochi passi c’è la Marina. L’argine ruppe proprio qui, devastando tutto: la biblioteca Tiziano Terzani, le case, i campi. Sandra Gesualdi, la direttrice della biblioteca non si dà pace e ricorda come siano andati persi 70 mila volumi su 100 mila, con villa Montalvo che è ancora inagibile.
Il ricordo delle otto vittime
Silenzio durante la fiaccolata, passi lenti sull’asfalto che un anno fa era di fango. Come una processione. Via di Limite, via Piave, via Paolieri, piazza Aldo Moro. Le strade e le piazze che furono allagate. Negli occhi ancora le immagini della devastazione, del fango nelle case, dei mobili accatastati sui marciapiedi, degli stivali che affondavano nella melma. Poi il corteo arriva in piazza Dante. Si ricorda il concittadino Gianni Pasquini e le altre sette vittime dell’alluvione in Toscana.
La paura di non essere al sicuro
"Abbiamo paura che possa risuccedere. Per questo chiediamo alle istituzioni di mettere in sicurezza i fiumi, non solo dove si sono verificate le rotture e di posticipare a primavera la scadenza del 31 dicembre per la rendicontazione dei danni subiti", il pensiero di Luca Ballerini, portavoce dei comitati dell’alluvione.