Turismo in Toscana, tra luci e ombre. A Firenze triplicati gli airbnb in soli quattro anni
A crescere di più sono del resto le nuove tipologie ricettive come le locazioni turistiche imprenditoriali
Il sistema turistico toscano sembra mostrare la propria resilienza e una buona capacità di cogliere la crescita dei flussi turistici in era post-Covid. Lo fa in un contesto complessivamente mutato, ricco di nuove sfide. Alla debolezza della domanda interna, il sistema turistico toscano sembra reagire con una crescente capacità di cogliere l’aumento della domanda internazionale, sviluppando nuove forme di ricettività e di offerta turistica di territorio, puntando su un turismo culturale ed esperienziale di elevata qualità e di alta gamma.
La dinamiche per prodotto e origine dei turisti si riflettono naturalmente sulle performance delle diverse tipologie ricettive. A fotografare il tutto è il nuovo rapporto Irpet sul turismo in Toscana 2023-2024.
I dati: crescono gli airbnb
Dopo un 2022 dominato dal rimbalzo nelle tipologie alberghiere, viceversa nel 2023 sono in particolare le strutture extra-alberghiere ad aumentare le presenze. Solo gli alberghi a 4 e 5 stelle realizzano nel 2023 aumenti cospicui di presenze (rispettivamente + 14,8% e + 12,5% sul 2022) e superano o si avvicinano ai livelli precedenti la pandemia, mentre mancano ancora 1 milione di presenze negli alberghi a 3 stelle rispetto al 2019 e lontani dal recupero dei livelli pre-Covid appaiono anche gli alberghi a 1 e 2 stelle .
A crescere di più sono del resto le nuove tipologie ricettive come le locazioni turistiche imprenditoriali (+29,1%) e non imprenditoriali (+23,1%) gli ostelli (+27,7%), i B&B imprenditoriali (+22,3%) e non imprenditoriali (+12,2%), gli alberghi diffusi (+42,1%).
Ricettività particolarmente presenti nelle città d’arte, ma non solo, che tendono a spiazzare le forme ricettive extra-alberghiere più tradizionali. Bene fanno anche le strutture legate al turismo slow e all’aria aperta.
Gli agriturismo realizzano nel 2023 un +3% sul 2022 che li porta a superare del +17% (+750 mila) le presenze del 2019, mentre i villaggi turistici crescono molto poco sul 2022 (+1,5% nel 2023) ma registrano ormai anch’essi un +17,2% di presenze sul 2019. I campeggi, recuperate con anticipo già nel 2022 le presenze antecedenti la pandemia, nel 2023 realizzano una crescita moderata (+1,8%) in linea con le performance delle destinazioni balneari dove questa tipologia di ricettività si concentra in misura preponderante.
Le tipologie ricettive
Dopo un 2022 dominato dal rimbalzo nelle tipologie alberghiere, viceversa nel 2023 sono soprattutto le strutture extra-alberghiere ad aumentare le presenze, mentre tra le categorie alberghiere solo quelle di fascia più alta tengono il passo rispetto alla media regionale. A crescere di più sono del resto le nuove tipologie ricettive come le locazioni turistiche imprenditoriali (+29,1%) e non imprenditoriali (23,1%), gli ostelli (+27,7%), i B&B imprenditoriali (+22,3%) e non imprenditoriali (+12,2%), gli alberghi diffusi (+42,1%).
Molte di queste, in particolare B&B e locazioni non imprenditoriali, sono anche le tipologie che realizzano gli aumenti più cospicui rispetto al periodo antecedente la pandemia, spiazzando, come nel caso delle locazioni e dei B&B, forme ricettive similari più tradizionali, come gli alloggi privati, che riducono le presenze di circa il 39,3% tra il 2019 e il 2023, o gli affittacamere e le case e appartamenti per ferie, che nello stesso periodo perdono rispettivamente il 21,7% e il 17,9% delle presenze.
Tra gli alberghi solo i 5 stelle con il loro +12,5% sul 2022 superano nel 2023 del +7,8% i livelli del 2019, mentre i 4 stelle realizzano un ottimo +14,8%, che riduce ma non annulla il gap rispetto ai livelli precedenti la pandemia (-17,5%), circa 2 milioni di pernottamenti in meno.
Viceversa, le strutture di fascia media come i 3 stelle (+8,7%) e inferiore, come gli 1 e 2 stelle, realizzano nel 2023 performance pur sempre positive ma sotto la media regionale e restano ben al di sotto della soglia pre-Covid.
In particolare sono ancora 1 milione le presenze che mancano agli alberghi a 3 stelle. Il ritorno sul sentiero di crescita precedente la pandemia sembra riguardare alcune delle strutture più legate al turismo slow e a contatto con la natura.
Gli agriturismo realizzano nel 2023 un +3% sul 2022 che li porta a oltre +17% (+750mila) rispetto alle presenze del 2019. I villaggi turistici crescono poco sul 2022 (+1,5% nel 2023), ma sono ormai anch’essi a +17,2% di presenze sul 2019.
I campeggi, recuperate con anticipo già nel 2022 le presenze antecedenti la pandemia, nel 2023 realizzano una crescita moderata (+1,8%) a riprova di un settore maturo, non particolarmente dinamico, ma tutto sommato posto su un sentiero di crescita equilibrata favorito dal crescente apprezzamento dei consumatori per le forme di turismo all’aria aperta.
Gli ambiti in crescita
A riprova di quanto ora affermato, gli ambiti toscani più in crescita nel 2023 sono i soli che non hanno recuperato i flussi precedenti la pandemia: l’Area Fiorentina (+20,9% sul 2022), Prato (+19,5%), e la Valdinievole (+28,6%), crescono nell’ultimo anno grazie in particolare all’apporto dei turisti statunitensi, europei, in particolare dell’Est, e dagli altri continenti, ma restano sotto i livelli del 2019 rispettivamente del -18,3%, del -7% e del -0,8%.
Tra gli ambiti più dinamici nel 2023 vi sono anche le Terre di Pisa (+13,9%) e a seguire l’Empolese-Montalbano (+9,8%), anch’essi e per le stesse ragioni ancora sotto, seppur di poco, i livelli del 2019, rispettivamente del -0,4% e del -4,1%.
Tra gli ambiti più dinamici in termini congiunturali e che al tempo stesso hanno largamente superato i flussi del 2019 è da registrare innanzitutto Livorno, le cui presenze aumentano di ben il 17,7% nell’ultimo anno, e di oltre il +36,7% sul 2019.
La città rappresenta ormai un caso interessante di rigenerazione e valorizzazione turistica di un tessuto urbano di pregio storico, al tempo stesso destinazione balneare e importante hub logistico nel Mediterraneo. Una rinascita turistica, vedremo se di breve periodo o destinata a durare, favorita anche dallo sviluppo di nuove forme di ricettività e accoglienza e che trova i suoi principali mercati di espansione sia nelle principali nazionalità europee occidentali che delle altre regioni italiane.