Cresce l’attesa

Straordinaria scoperta archeologica all’Abbazia di Settimo a Scandicci: venerdì prossimo il sopralluogo 

Tutto è avvenuto nel corso dei lavori di recupero del grande complesso

Straordinaria scoperta archeologica all’Abbazia di Settimo a Scandicci: venerdì prossimo il sopralluogo 
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Nel corso dei lavori di recupero del grande complesso dell’Abbazia di Settimo a Scandicci, questa settimana, è stata fatta un’eccezionale scoperta storico archeologica.

Straordinaria scoperta archeologica all’Abbazia di Settimo a Scandicci: venerdì prossimo il sopralluogo 

Venerdì 24 marzo alle 8.30, presso il complesso abbaziale verrà dato l’annuncio e mostrata la scoperta. 

Sarà presente e disponibile per domande e interviste l’Architetto Gabriele Nannetti sovrintendente di Siena, profondo conoscitore della storia del monumento, già responsabile della prima campagna di restauro del lato nord dell’abbazia, e che sta seguendo alcune parti dell’attuale recupero.

 

Cenni storici della grande Abbazia 

Dopo oltre due secoli di oblio la monumentale Abbazia di Settimo, luogo chiave nella Firenze medievale e rinascimentale che custodisce ambienti sepolti da 700 anni sotto il fango delle alluvioni dell’Arno, torna protagonista grazie ad un complesso progetto di recupero.

Raro esempio di monastero fortificato, l’antica Abbazia di Settimo, con le sue possenti mura, torrioni e fossati, si staglia grande e solenne, nella pianura alle porte di Firenze.

Fondata prima del 1000 probabilmente sui resti di un tempio etrusco o romano, l'abbazia è stata per secoli protagonista della storia economica, politica, artistica, spirituale e culturale della Firenze medievale e rinascimentale.

All'interno del suo scriptorium, tra i più importanti della cristianità occidentale, furono redatti preziosi codici miniati, oggi conservati nelle più prestigiose collezioni museali italiane, Europee e Americane. Dal punto di vista artistico, l'Abbazia ha accolto tra le sue mura alcuni dei più grandi maestri del medioevo e del rinascimento: dal Buffalmacco ad Andrea del Sarto, dal Ghirlandaio al Della Robbia fino a Filippo Brunelleschi.

Agli anni di splendore si sono alternati anni di grande difficoltà: fra questi il terribile assedio delle truppe di Carlo V del 1530 e le distruzioni provocate dalle alluvioni dell’Arno, in particolare quelle del 1333 e del 1557.

Dal 1600 in poi l'Abbazia iniziò il suo declino fino alla soppressione operata nel 1783 dal Granduca Pietro Leopoldo che portò alla divisione in due parti del complesso monastico: un terzo fu ridotto a semplice parrocchia di campagna mentre i restanti due terzi tra cui il grande chiostro, l'imponente scriptorium, il prezioso capitolo, il monumentale dispensarium, furono acquistati da una ricca famiglia del luogo e adibiti a villa e fattoria.

Nel 2019, dopo decenni di abbandono, finalmente la svolta, grazie all’impegno del Priore Carlo Maurizi e del Cavalier Paolo Nocentini, imprenditore e filantropo, patron della Savino del bene, che hanno reso possibile la riunificazione del complesso dando l'avvio ad un ambizioso progetto volto a riportare la grande Abbazia al suo antico splendore.

Ma le indagini sono solo all'inizio...

Definita metaforicamente una piccola Pompei medievale, dove alle ceneri del Vesuvio si è sostituito il fango delle grandi alluvioni dell‘ Arno che l’hanno in parte sepolta, l’Abbazia di Settimo è un luogo destinato a riservare importanti e preziose scoperte

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