lettera accorata

Rubano 33 computer all'istituto Salvemini: il preside scrive ai ladri

Un appello per restituire quella strumentazione così importante per la scuola

Rubano 33 computer all'istituto Salvemini: il preside scrive ai ladri
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Un appello accorato del preside dell'istituto tecnico statale commerciale Salvemini di via Giuseppe Giusti, nel pieno centro di Firenze che lunedì scorso alla riapertura della scuola dopo lo stop del fine settimana, ha trovato le aule vuote: i computer erano spariti.

Rubano 33 computer all'istituto Salvemini: il preside scrive ai ladri

«Le forze dell’ordine – scrive – faranno il loro corso..ma ci appelliamo a voi che avete compiuto questo gesto per invitarvi a ravvedervi, a un ripensamento, affinché possiamo riavere ciò che è nostro o meglio...ciò che è di tutti!»

I ladri sarebbero entrati attraverso una finestra trovata aperta dal personale dell’istituto, pur se senza segni apparenti di forzatura. Indaga la Polizia.Scrive Stefani argomentando in modo appassionato: «Alle 11,30 una telefonata: "Una brutta notizia, hanno preso tutto dal laboratorio di lingue". Assurdo, incredibile, triste! Un macigno che piomba addosso e azzera tutti i progetti, il lavoro svolto fin qui. Perché a noi, ad una scuola? Ad un luogo dove non esiste un Noi e un Loro, perché la scuola è un unicum, al pari di una famiglia, dove tutti assieme portiamo avanti un progetto comune, la crescita e la formazione dei ragazzi. Gli autori del furto – continua – forse non sanno che nella scuola i finanziamenti sono limitati e sempre più spesso è il contributo volontario delle famiglie che permette la realizzazione di numerose attività. Forse non sanno che questo non è un danno al sistema, ai docenti, agli estranei? Questo è un danno ai ragazzi, ai nostri figli, ai nostri nipoti! Alle famiglie, a noi cittadini. A coloro che devono saper usare la strumentazione, che dalla scuola ricevevano un supporto grazie alla tecnologia, che durante i compiti in classe avevano bisogno di un pc, o che grazie a un computer, coi vari progetti, si aprivano al mondo, parlando con la Spagna, con l’Africa, con la Francia...E quanti computer abbiamo dato in comodato d’uso gratuito alle famiglie in difficoltà!».

E poi il preside continua nella sua lettera accorata, spiegando: «Quella strumentazione è assolutamente necessaria e di estrema importanza con la quale fare l’appello, segnare assenze, inserire giudizi, guardare la situazione didattica. In una frase: annotare il nostro presente! Che è sempre più on-line, interconnesso, smart».

Chissà se questa triste storia avrà un epilogo felice.

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