Pronto Soccorso, il primato degli accessi resta al Santo Stefano
Al San Giuseppe l’attività di emergenza più significativa con +3000 pazienti.
Al San Giuseppe l’attività di emergenza più significativa con +3000 pazienti
Pronto Soccorso, il primato degli accessi resta al Santo Stefano
Crescono in tutte e nove le strutture di Pronto Soccorso della Asl Toscana centro, i numeri degli accessi nel 2018. Con 101.952 Prato quest’anno supera la soglia dei 100mila accessi (erano stati 99.406 nel 2017 e sono aumentati di 2.546 nel 2018), riconfermando sia il primato di struttura di emergenza dell’Azienda con il più alto numero sia la stabilizzazione degli accessi che dal 2015 oscillano tra i 98mila e i poco più che 100mila l’anno (100.182 nel 2016). L’affluenza media al giorno è così passata dai 272 del 2017 ai 279 pazienti del 2018 (nel 2010 erano 202).
I dati
“I dati mostrano il continuo incremento del ricorso dei cittadini alle strutture di pronto soccorso, ormai in atto da molti anni – sottolinea Simone Magazzini, direttore dipartimento emergenza-urgenza dell’Azienda - Il passaggio dai codici colore ai codici numerici e la modifica dei protocolli di Triage ha permesso di precisare meglio la reale entità delle problematiche più gravi, che costituiscono la netta minoranza degli accessi. Il sistema di emergenza si sta riorganizzando per garantire comunque percorsi adeguati anche per le problematiche minori ora riconducibili ai codici numerici 4 e 5”.
AREA fiorentina
Nell’area fiorentina gli ospedali dell’Azienda nel 2018 segnano tutti numeri col segno positivo. Il pronto soccorso del Mugello, diretto da Roberto Vannini, è passato da 20.931 nel 2017 a 21.416 accessi, registrando un +484 nel 2018 contro un +104 del 2017.
Numeri ancora più significativi per il pronto soccorso di Santa Maria Nuova, diretto da Michele La Nigra, (38210 accessi nel 2018) con una differenza tra il 2018 e il 2017 di +1230 accessi contro un –259 tra il 2017 e il 2016.
Al San Giovanni di Dio, diretto da Gianfranco Giannasi, il 2018 ha toccato quota 48220 accessi, ben 1713 in più rispetto al 2017.
Al Serristori a Figline Valdarno, diretto da Andrea Bribani, gli accessi nel 2018 (+245) sono stati 14.915contro i 14.670 del 2017.
Più contenuti ma sempre in crescita i numeri del pronto soccorso del Santa Maria Annunziata diretto da Germana Ruggiano che è anche la responsabile Area Medicina d’Urgenza, dove dai 38296 del 2017 si è passati nel 2018 a 38.959 accessi (+663), con picchi di circa 107 accessi giornalieri nei mesi di gennaio, marzo, ottobre e dicembre. Il pronto soccorso è punto di riferimento per quanto riguarda l’area Sud-Est sia per quanto riguarda la cardiopatia ischemica con circa 300 ricoveri l’anno per infarto miocardico acuto (con l’Emodinamica aperta 24/24 H 7/7g) che per l’ictus per la trombolisi sistemica con oltre 400 ricoveri l’anno per questa patologia.
AREA pistoiese
Il pronto soccorso di Pistoia, diretto da Andrea Cai, ha raggiunto e superato nel 2018 la soglia dei 60mila accessi e con il punto di primo accesso di San Marcello pistoiese (5135 accessi nel 2018) arriva a 65448 accessi. Pur non registrando i numeri del 2017 quando 1600 persone in più si sono rivolte alla struttura di emergenza del San Jacopo rispetto all’anno precedente, il 2018 registra comunque un segno più (+646) e con 60313 accessi al 31 dicembre porta il pronto soccorso di Pistoia per la prima volta nella fascia di quelli più attivi in Toscana. Numeri in crescita anche al pronto soccorso di Pescia, diretto da Fabio Daviddi con un +459 e 42088 accessi nel 2018 (nel 2017 erano stati 41629). L’unico segno meno nel pistoiese rispetto al 2017, lo registra il punto di primo accesso di San Marcello con -193 accessi nel 2018.
AREA empolese
Crescono più che in ogni altro, i numeri al pronto soccorso San Giuseppe di Empoli, direttore da Simone Vanni, che nel 2018 ha trattato quasi 69000 pazienti, con un aumento assoluto di oltre 3000 pazienti nei confronti del 2017 (+5%). Tenuto conto di un bacino di utenza di circa 250.000 persone, si può dire che 1 cittadino ogni 3/4 si è rivolto in regime di pronto soccorso all’ospedale San Giuseppe nel 2018. Di questi il 18% in regime di emergenza/urgenza (codici rossi e gialli) il restante come urgenza differibile (55%) e non urgenza (27%) percentuali sostanzialmente sovrapponibili al 2017.
Di tutti i pazienti valutati in pronto soccorso, 3200 pazienti (5%, + 400 rispetto al 2017) sono stati trattenuti e trattati nel reparto di Osservazione Breve e un totale di 9900 (14%) hanno necessitato, invece, di un ricovero ospedaliero.
Il pronto soccorso di Empoli insieme a quello di Prato è stato tra i primi nel 2018 a sperimentare la nuova organizzazione voluta dalla delibera regionale 806 che ha introdotto i numeri al posto dei colori. Interessante il raffronto tra gli accessi per codice colore nel 2018 e quelli per codice numero nel solo mese di dicembre 2018: in quest’ultimo mese la percentuale dei cosiddetti codici della non urgenza, è salita fino al 35,3% per il codice 4, al 12,1% per il codice 5 a fronte del 21,3% del colore bianco e del 6% del colore azzurro durante gli altri mesi. Le percentuali così alte con cui nel dicembre 2018 sono stati codificati come urgenza minore o non urgenza un numero superiore di pazienti (a fronte di un abbassamento di quelle nei percorsi ad alta intensità con codice 1, 2 e 3), sono probabilmente legate proprio al nuovo sistema di triage che attivato al San Giuseppe dal 4 dicembre scorso, ha comportato flussi interni diversi rispetto al passato, con l’obiettivo di ridurre il tempo di attesa ai codici in urgenza e con la conseguente diminuzione registrata al San Giuseppe dei codici prima individuati come gialli (16,5%) e da dicembre 2018 diventati codice 2 (9,8%). Da dicembre inoltre sono stati valutati oltre 23.000 pazienti con un aumento di oltre 1000 pazienti rispetto allo stesso periodo invernale del 2017-2018.
Per quanto riguarda le patologie tempo dipendenti, il cui trattamento in acuto (minuti-ore) è proprio del pronto soccorso, sono stati gestiti oltre 400 pazienti con ictus cerebrale di cui 45 sottoposti a trombolisi sistemica in pronto soccorso, oltre 200 pazienti con infarto miocardico acuto, 170 pazienti con politraumatismo maggiore, 96 pazienti con sepsi grave, 36 arresti cardiaci.
PICCO influenzale e gestione dell’emergenza nel 2019
Quanto ai primi mesi del 2019 ha funzionato bene il piano emergenza per la gestione dell’iperafflusso che ha avuto qualche criticità solo al Santo Stefano di Prato e al San Giovanni di Dio a Firenze. Quest’anno la curva epidemiologica è stata più tardiva di circa un mese rispetto all’anno scorso: il picco influenzale si è registrato tra febbraio e marzo anche se, rispetto al 2018, con un’area più ristretta. Il picco epidemico, cioè, ha coinvolto un numero minore di persone e questo con tutta probabilità grazie a una diffusione maggiore delle vaccinazioni. Il numero di dosi di vaccino antinfluenzale distribuite ad oggi per l'intera Ausl Toscana centro per la campagna 2018-2019 sono 353.000 unità, contro le 336.210 della precedente campagna, con un incremento pari al +5%.