Posate le pietre d’inciampo in memoria degli empolesi deportati
Alessio Mantellassi: «Sarete voi i custodi di questa eterna memoria storica»
Posate le pietre d’inciampo in memoria degli empolesi deportati
Il vento freddo di ieri martedì 28 febbraio, non ha intimorito i presenti alla cerimonia della posa delle pietre d’inciampo in memoria di Guido Brotini, Pietro Michelini e Pietro Maestrelli, che si è tenuta in piazza della Chiesa nel quartiere di Avane, finalmente ‘tornati’ a casa per davvero.
La piazza è stata colorata da un grande cerchio di piccoli e grandi cittadini. Tra i presenti i familiari dei deportati visibilmente commossi e tanto emozionati, i piccoli studenti delle scuole primarie ‘Galileo Galilei’ di Avane e ‘Michelangelo’ di Santa Maria insieme agli studenti dell’istituto superiore ‘Il Pontormo’ di Empoli, le associazioni del territorio, le forze dell’ordine, i cittadini alla ‘finestra’: tutti hanno mostrato attenzione, curiosità ma anche una più forte consapevolezza di quanto avevano approfondito e conosciuto attraverso un percorso formativo.
Ad aprire la cerimonia l’intervento di Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio comunale di Empoli con delega alla cultura della memoria e alla partecipazione:
«Torniamo nel quartiere di Avane per collocare altre tre pietre d’inciampo per ricordare tre avanesi che tornano alle loro case. Noi stiamo cercando di affiancare la nostra comunità alla famiglia di queste persone.
L’arresto e la morte di queste persone sono state un duro colpo per tutta la città di Empoli e continuano a essere un male per tutti noi. Quando Empoli aderì allo sciopero del 4 marzo del ’44 ci fu un pezzo della nostra città che scioperando dimostrò la loro posizione. E
per questo furono arrestati e strappati alle loro vite. I fascisti li cercarono casa casa, avevano scelto chi andare a prendere e lo sanno bene coloro che sono qui con noi in questa piazza. E quella fu una responsabilità dei fascisti locali che stilarono quelle liste dove c’erano quei nomi. Quello sciopero fu un grande segnale e colpire quelle persone significava andare a stroncare quel senso di libertà. Loro non sono riusciti a vedere l’Italia libera e democratica.
La nostra città ha nella sua carta di identità anche questi tre nomi perché contribuiscono a definire chi siamo e da dove proveniamo. Anche lì affondano le radici della comunità empolese. Le pietre d’inciampo ci ricordano e ci richiamano perché attirano la nostra attenzione e ci fanno fermare, lì, in quell’istante. Possiamo e dobbiamo raccontare.
Sarà un vostro regalo alla città. Sarete voi i custodi di questa memoria storica, sarà vostra la responsabilità di raccontare perché solo in questo modo i nostri concittadini torneranno davvero a casa. Provare a rendere eterna la loro memoria.
Stamani daremo una memoria fisica a queste persone perché nella loro morte non hanno avuto neppure la dignità di una decorosa sepoltura. Sono morti non si sa dove né come. Sentite vostre queste storie e diffondetele. Oggi stiamo scrivendo il futuro sulla consapevolezza della nostra città che se ha una identità forte saprà affrontare anche le sfide future e senza una identità non saremo niente nel futuro e allo stesso tempo questa testimonianza la consegno a voi come impegno.
Una maturazione, un investimento educativo su tutti noi. A voi il compito per sentirvi parte di una grande comunità. Il percorso della memoria proseguirà nei prossimi mesi perché questi piccoli monumenti saranno il luogo in cui poter ricordare i nostri cittadini».
Sono seguite poi le parole di Roberto Bagnoli, presidente Aned Empolese Valdelsa che dopo i ringraziamenti, partendo dai più piccoli ai più grandi, alle insegnanti che hanno sempre dimostrato una profonda sensibilità al percorso delle pietre d’inciampo, ha spiegato:
«La posa delle pietre d’inciampo proseguirà per tutto l’anno perché vogliamo riportare a casa tutte le persone deportate. È importante mantenere la memoria e trasmetterla soprattutto alle nuove generazione. Queste persone sono state assassinate in maniera brutale perché avevano fatto una scelta e hanno sofferto morendo per questo.
Loro ci hanno trasmesso il valore etico del perché siamo qui oggi. Le pietre d’inciampo sono una piccola carta di identità, piccoli monumenti apparentemente invisibili che invece richiamano l’attenzione di tutti coloro che passeranno vicino ai quei numeri civici e capiranno.
Per questo è importante mantenere questa memoria perché niente è scontato e lo vediamo ogni giorno. Ci sono guerre, tante, troppe, ancora in atto con deportazioni di persone e non posso non soffermarmi su quanto è accaduto sulla spiaggia di Cutro. Non dimentichiamo. Voi giovani fate patrimonio dei valori che ricordiamo anche in questa mattinata e fatene tesoro».
La cerimonia si è svolta con l’accompagnamento di intermezzi musicali suonati da Sandro Tani direttore del Centro Attività Musicali di Empoli.
Il percorso
Le pietre d’inciampo sono state incastonate in via di Avane n.38 in memoria di Guido Brotini, in via di Avane n.50 in memoria di Pietro Michelini e in via delle Corti n.6 in memoria di Pietro Maestrelli.
Le incisioni
Le informazioni incise sulle pietre sono le seguenti: Brotini Guido, nato il 14-11-1899 a Empoli e morto ad Ebensee; Michelini Pietro, nato a Vinci il 27-6-1907 e morto a Mauthausen; Maestrelli Pietro, nato a Empoli il 3-10-1876 e morto a Mauthausen.