un gioco che è di tutti

Palla Grossa è anche donna: prima presenza femminile nel ruolo di alfiere

La nuova calciane è Alessandra Ferraro che ha giocato per gli Azzurri di Santa Maria durante la semifinale

Palla Grossa è anche donna: prima presenza femminile nel ruolo di alfiere
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L'edizione 2023 della Palla Grossa - un gioco di origine Medioevale che fa parte delle antiche tradizioni a Prato - verrà ricordata per una novità assoluta: l'esordio per la prima volta di una calciante nell'arena di gioco. Si tratta di Alessandra Ferraro che ha ricoperto il ruolo di alfiere per il quartiere degli Azzurri di Santa Maria nel corso della semifinale contro i Gialli di Santo Stefano, poi sconfitti nella finalissima dai campioni dei Verdi di San Marco.

La scelta di schierare in campo Alessandra è stata presa di comune accordo da tutto l'entourage degli Azzurri, che hanno voluto mandare un messaggio all'intera città: la Palla Grossa è di tutti, nessuno escluso.

A raccontare le proprie emozioni dopo il debutto nell'arena è la stessa Ferraro, che già rilancia in vista dell’edizione 2024 della Palla Grossa.

Ferraro: "La Palla Grossa è una tradizione che unisce"

“Sono sempre stata con gli Azzurri fin dal primo momento, sono per me una famiglia – ha detto -. Quest'anno mi hanno fatto scendere in campo, per fare in modo che anche le donne si avvicinino alla Palla Grossa, una tradizione che unisce e non divide, e che fa stare insieme il quartiere che poi aiuta i calcianti.

L'emozione in campo è stata fortissima: all’inizio c'era un po' di paura del giudizio degli altri, ma poi me la sono goduta. E’ sicuramente qualcosa da rifare nel prossimo futuro. D’altronde ricordo che il regolamento consente anche alle donne di giocare e spero vivamente di vederne altre in campo nei prossimi anni”.

Un evento che accoglie e riesce grazie al lavoro di tutti

“Il nostro desiderio era quello che anche le donne venissero rappresentate dal nostro colore – spiega il presidente degli Azzurri, Alessandro Magherini -. Non sono solo i 25 calcianti a scendere in campo, ma dietro ci sono tutti coloro che organizzano, gestiscono e consentono ai calcianti di scendere nell’arena al meglio. Schierare Alessandra è stato un modo per ringraziare anche le donne che sono parte attiva del quartiere, della città e del colore”.

L'edizione 2023 della kermesse è stata vinta dai Verdi del quartiere di San Marco che hanno disputato la finalissima nei giorni scorsi contro i Gialli di Sant Stefano.

Ma che cosa è la Palla Grossa?

Il gioco della “Palla Grossa” ha origine nel Medioevo. Molto simile al calcio fiorentino, era già praticato nella Prato di fine Cinquecento. Il torneo della Palla Grossa, infatti, era un avvenimento cittadino memorabile, indetto per celebrare ricorrenze straordinarie o festività solenni. Venivano ammessi al gioco aristocratico soltanto uomini di nobili natali; in seguito si aprì a tutti i giovani di comprovata destrezza e abilità, richiamando vere e proprie folle di spettatori.

Perché si chiamava così?

Gli storici nei loro scritti affermano che il gioco si chiamava così perché era giocato in un campo più corto con una sfera più grande e più pesante rispetto al calcio fiorentino.

I calcianti fiorentini giocavano infatti con una palla più piccola, colpendola anche con le mani. Il calcio a Prato si giocava in Piazza Duomo utilizzando solo i piedi per colpire la palla, dato che la piazza non era grande come quella di Santa Croce a Firenze.

La preparazione del torneo era scandita da cerimonie solenni. I calcianti partivano in corteo dalla chiesa di riferimento del quartiere per arrivare all'arena di gioco. Si giocava dalle ventidue alla mezzanotte e venivano nominati sei giudici ad arbitrare la partita, seduti su un seggio rialzato. Le due squadre erano composte da 54 giocatori, detti "calcianti". Dovevano avere tra 18 e i 45 anni ed essere sani, robusti e di buona fama.

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