Questione politica

No alla cittadinanza onoraria dei partigiani, è scontro in consiglio a Calci

La lista civica sostiene che non vi erano i presupporti per votare a favore di un provvedimento non previsto dal regolamento comunale, ma la sinistra l'ha ributtata sullo scontro fascismo / antifascismo

No alla cittadinanza onoraria dei partigiani, è scontro in consiglio a Calci
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È scontro nel consiglio comunale di Calci (Pisa) per il conferimento della cittadinanza onoraria ai partigiani della Brigata Nevilio Casarosa. La vicenda nasce proprio nella sala dove maggioranza e opposizione costruiscono il percorso democratico e amministrativo della cittadina ed il sindaco Massimiliano Ghimenti aveva inserito il tema come uno degli ordini del giorno. Al temine della votazione però il responso è stato palese: non ci sarà nessun riconoscimento di questo tipo ai partigiani. Forse la maggioranza non si aspettava una posizione così ferma da parte dei rappresentanti della lista "Uniti per calci" con orientamento di Centro - Destra, che di fatto ha respinto la proposta del primo cittadino.

 

La lista civica ha detto NO

Per conferire la cittadinanza onoraria è necessaria una maggioranza qualificata, vale a dire che è necessario anche un voto favorevole di un consigliere di minoranza. Ma non è stato così. Alla luce della mancata intitolazione ai partigiani si sono fatti riferimenti più estremi a fascismo e antifascismo, ma la capogruppo di opposizione, Serena Sbrana, ha fatto riferimento al regolamento del Comune che, a suo dire, non prevede tali riconoscimenti.

 

"Non c’erano i presupposti per votarla - afferma - per questo avevamo fatto una proposta alternativa con l’intitolazione di un luogo, un cippo, un sentiero sul monte pisano, in modo che resti un contributo concreto in favore dei partigiani. Ma questa soluzione non è stata presa in considerazione".

 

Non è stata recepita così dal sindaco Ghimenti che, invece, ha puntato il dito (come spesso accade in queste vicende) contro la destra, le destre in generale.

ghimenti

"Il provvedimento aveva bisogno di una maggioranza estremamente qualificata come da regolamento comunale, ma i voti della coalizione di governo non erano sufficienti. La destra ha voluto dare un’interpretazione diversa ma è chiaro che se tutto diventa interpretabile, compresi i valori della Resistenza che sono i fondamenti della nostra Costituzione, allora vuol dire riscrivere la storia".

Il no alla cittadinanza onoraria ai partigiani ha fatto infuriare anche l’assessore regionale Alessandra Nardini:

"Una scelta indegna che manda un preciso e pericolosissimo messaggio politico, ma si rassegnino, la Toscana resta antifascista, come abbiamo voluto esplicitare anche nello Statuto della Regione, e rigetta ogni tentativo di revisionismo storico, restando eternamente grata a quante e quanti scelsero la parte giusta, quella della democrazia e della libertà, anche a costo della vita".

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