la lettera al sindaco

Niente spettacolo per la Compagnia Andrea Buscemi / Eva Robin's a Castiglioncello

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La lettera di due attrici della compagnia Compagnia Andrea Buscemi / Eva Robin's   al sindaco di Castiglioncello dopo che hanno visto cancellare il loro spettacolo.

Niente spettacolo

Egregio Sindaco,

 

siamo attrici della Compagnia teatrale di Andrea Buscemi /Eva Robin's, quest'anno (nel 400mo della nascita del grande Autore francese) in tournè con L'AVARO di Moliere.

Le scriviamo, sconvolte e preoccupate, per segnalarLe un episodio di assoluta gravità avvenuto pochi giorni fa nell'ambito del consueto festival teatrale estivo che il Vostro Comune allestisce presso il Castello Pasquini di Castiglioncello.

Già diversi mesi fa l'organizzatore del suddetto festival aveva accettato di ospitare nell'estate 2022 la nostra compagnia (riconosciuta e sostenuta dal MIBAC - Ministero della Cultura) con una replica dello spettacolo.

La nostra piece fece doppio debutto in Toscana nel 2010 al festival della Versiliana e al festival 11 Lune di Peccioli, per poi fare negli anni centinaia di repliche in tutta Italia, salutate con unanime consenso di pubblico e critica (fu anche nella cinquina finale del prestigioso premio Golden Graal assegnato dagli studenti italiani e presieduto da Giorgio Albertazzi, per il miglior spettacolo dell'anno 2012), e (oggi facente parte di un progetto triennale presentato al Ministero) per la prossima stagione è atteso a Roma, Milano, al Sud.

L'organizzazione (una delle più serie della Toscana, capacissima e competente) un mese e mezzo fa circa ci aveva comunicato anche per scritto la data per la replica, che avrebbe dovuto andare in scena il 16 agosto p.v. presso l'anfiteatro di Castello Pasquini.

La data di Castiglioncello è stata dunque calendarizzata ufficialmente sin dal 9 giugno scorso a tutti i componenti il nostro ensamble, attori, tecnici e collaboratori, nel mezzo di un'estate per tutti (siamo dieci professionisti) densa di impegni, tant'è che avevamo raccolto già un centinaio di prenotazioni fra il nostro affezionato pubblico.

Qualche giorno fa è arrivato un improvviso contrordine: lo spettacolo a Castiglioncello non si potrà fare perchè, da quanto ci è stato riferito,  il direttore artistico della fondazione Armunia (che nulla c'entra col festival estivo di cui parliamo: come Lei ben sa ha titolo unicamente nell'ambito di un altro progetto), durante una riunione organizzata all'uopo, ha comunicato all'organizzatore del festival che la rassegna da allestirsi presso l'anfiteatro avrebbe dovuto essere ridimensionata (per imponderabili motivi) e che dunque occorreva "eliminare qualcosa". Alla riunione pare fosse presente anche l'assessore alla Cultura di Rosignano Marittimo.

Allo stupefatto organizzatore (a cui per contratto spettano tutte le scelte artistiche della propria rassegna) veniva comunicato che, dalle diverse proposte da lui presentate, avrebbe dovuto essere depennato proprio il nostro spettacolo.

La circostanza è assai curiosa: si tenga conto che il nostro AVARO già sulla carta si presentava (senza voler far torto a nessuno) come lo spettacolo di maggior appeal della rassegna, sia per il titolo, che per il 400mo di Molière, che per il cast, che per la lunga storia dell'allestimento stesso (la cui caratura artistica e il cui perdurante successo, come già detto, sono inequivocabili). Per di più oggi, delle otto date rimaste, ben cinque sono coperte da medesimi artisti, alcuni dei quali attivi solo nel teatro amatoriale (!).

Naturalmente per il nostro spettacolo, che generalmente viene venduto a cachet, la Compagnia aveva accettato senza discussioni di partecipare alla rassegna accontentandosi dell'incasso, al pari di tutte le altre compagnie.

Ma alla nostra richiesta di chiarimento e alla gentile insistenza per non voler rinunciare a venire a Castiglioncello, l'organizzatore faceva ben capire che la nostra presenza non sarebbe stata gradita ai due rappresentanti del Suo Comune: inutile continuare a parlarne, il nostro spettacolo andava, contro ogni logica e buonsenso, eliminato.

Anche "per non replicare l'imbarazzo" di due anni fa (era stato precisato dal direttore di Armunia) quando eravamo transitati nella medesima rassegna con Le libere donne di Magliano di Mario Tobino e La signorina Else di Arthur Schnitzler, ambedue diretti da Andrea Buscemi: ancora spettacoli salutati dappertutto da grande successo di pubblico e critica, ma la cui presenza a Castello Pasquini sembra avesse ingenerato (presso la politica?) incomprensibili malumori.

Resta dunque da capire come sia possibile che il direttore artistico di un'altra rassegna (e un'assessore alla cultura che con la sua presenza avrebbe avallato e legittimato politicamente il fatto) possa compiere un'ingerenza così grave nell'ambito del lavoro altrui e su scelte che non gli competono affatto (per inciso: l'organizzatore ha signorilmente deciso di non puntare i piedi sulla questione per non inasprire i rapporti di lavoro, nonostante per primo si rendesse conto dell'atto di inopportuna e stupefacente prepotenza culturale).

Appare del tutto evidente l'intento discriminatorio commesso ai danni della nostra Compagnia (che solo di teatro lavora, e oggettivamente anche molto bene: tant'è che agisce col prestigioso e inequivocabile riconoscimente del Ministero dello Spettacolo, nell'ambito di un preciso progetto triennale), consumato all'interno di un festival finanziato anch'esso non solo da denaro privato ma anche pubblico e che si svolge in uno spazio che è di tutta la comunità (non certo di proprietà del direttore artistico in questione e tantomeno dell'assessora), peraltro nel perimetro di scelte professionali che per contratto scritto spettano unicamente all'organizzatore del Castiglioncello Festival.

Questa ingerenza, questa ignobile forzatura ci sorprende e ci addolora. Ripugna a noi e a tanti professionisti dello spettacolo di tutta Italia che abbiamo già voluto rendere partecipi.

Ci domandiamo il perchè di un tale evidente boicottaggio del lavoro altrui, e ci aspettiamo dai signori coinvolti precise risposte.

Si addebita forse al nostro capocomico Andrea Buscemi (attore e regista noto in tutta Italia per l'indiscutibile bravura, indiscusso uomo di teatro dall'esperienza quarantennale con colleghi che si chiamano Gigi Proietti, Giorgio Albertazzi, Roberto Herlitzka, Flavio Bucci, Giorgio Panariello, Leonardo Pieraccioni, Paolo Villaggio, Oreste Lionello, il Gruppo della Rocca etc.) di aver rivestito a suo tempo il ruolo di assessore alla cultura di Pisa, in quota Lega? Quel ruolo gli spettava per riconosciuta competenza e professionalità, e seguiva perfino la sua elezione come consigliere comunale fra i più votati alle Amministrative pisane 2018: il nostro sistema democratico non pare contempli nessun tipo di ostracismo verso eventuali competitor politici, soprattutto in ambito lavorativo.

Si vuole ancora tener presente una triste vicenda giudiziaria da lui vissuta a seguito di querela di parte di una signora che a suo tempo gli mosse inverosimili e variegate accuse? Dopo processi capillari e dolorosi Buscemi è stato scagionato da tutte le accuse, e l'unica sentenza mai emessa è assolutoria "perchè il fatto non sussiste": disconoscere questo significa disconoscere il nostro sistema giudiziario, il ruolo stesso della magistratura, e significa perdurare in un'opera diffamatoria gravissima,  soprattutto se messa in atto da chi gestisce o amministra la 'cosa pubblica'.

In ogni caso, le questioni giudiziarie (quando, in casi simili, tutte le accuse si sono sciolte come neve al sole) non dovrebbero certo produrre ostacoli sul lavoro o nella vita di chicchessia.

Oppure il problema del nostro spettacolo è la presenza nel cast di una famosa persona trans? Tutte le lunghe lotte fatte per l'emancipazione e soprattutto l'acquisita piena consapevolezza da parte di una più matura società italiana non sono bastate alla Vostra importante comunità per prendere atto di un fatto ormai storico, e cioè che non dovrebbero più (r)esistere simili pruriginose distinzioni?

Comunque la si rigiri, egregio Sindaco, attraverso i fatti che Le abbiamo raccontato, nel Suo Comune è stata messo in atto un incomprensibile, disgustoso e inaccettabile atto di prevaricazione e di discriminazione (quando, ripetiamo, il legittimo affidatario della rassegna aveva fatto e comunicato da tempo a noi professionisti scelte precise e definitive, e nulla - se non incongrui e arbitrari interventi esterni, di per sè illegittimi - avrebbero potuto cambiare la situazione).

Sempre (ma soprattutto in questo delicato momento socio-economico) ostacolare il diritto al lavoro delle persone è un atto di intollerabile prepotenza e inciviltà.

A Castiglioncello (e nel luogo dove per tanti anni ha avuto sede l'attività del nostro amico Micha van Hoecke, di cui si dovrebbe tenere sempre a memoria la correttezza comportamentale e il grande rispetto verso gli altri) si è consumata una gravissima forzatura messa in atto per di più da rappresentanti pubblici, che offende l'etica comune e il buonsenso, che lede i diritti di noi lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sprofondandoci tutti nell'imbarazzo, che dimostra vergognosa e ingiustificabile intolleranza verso persone capaci e oneste, che mortifica i nostri talenti artistici, che vorrebbe imporre scelte che ricordano il MinCulPop.

Quasi stabilire chi ha diritti di cittadino di serie A e chi di serie B, una insensata distinzione (viziata probabilmente da insane antipatie e inopportune posizioni ideologiche, su cui aleggia un sapore vagamente autoritario) che vorrebbe passare al setaccio nel Suo Comune i figli dai figliastri.

Questa spiacevole disavventura ci riporta a un'epoca tormentata e angusta che credevamo di aver superato da almeno settanta anni, che scuote le nostre sensibili coscienze di artiste (Micha ne sarebbe rimasto inorridito).

Ci assilla l'inquietante interrogativo se, in circostanze culturali gestite in ambito pubblico, non si sia arrivati a operare senza tanti scrupoli con una specie di atteggiamento sorprendentemente personalistico:  sarebbe un fatto inaccettabile, di per sè violento e ripugnante, un'indebita pressione su cui forse dovrebbero essere fatti ulteriori accertamenti da chi di dovere.

Qualcosa che ci spaventa e ci indigna, e che mai avremmo pensato di sperimentare nella civilissima Toscana, una regione che (come la stessa esperienza artistica e umana di Micha insegna) anche in peoca moderna ha saputo sempre accogliere gli artisti meritevoli, e che della lotta a tutte le discriminazioni ha fatto un irrinunciabile imperativo.

Per questo motivo, Sindaco, Le chiediamo di prendere decise distanze da una simile prova di inciviltà e di barbarie culturale (che, per ulteriore paradosso, si è consumata proprio nei giorni dell'omaggio comunale al grande coreografo internazionale).

Secondo noi dovrebbe farlo - se lo farà - non solo a parole, ma con fatti concreti, approfondendo subito la questione e (se fossero riscontrati i gravi comportamenti di cui sopra) seduta stante  esautorando dall'incarico il direttore artistico di Armunia (che così opinabile professionalità - unita a una così scarsa sensibilità artistica e umana - avrebbe dimostrato) e - se venisse confermata la sua presenza alla fatidica riunione - l'assessora della Sua giunta che si sarebbe dimostrata davvero ben poco degna del delicato ruolo pubblico, avendo di fatto gettato ombra sulla Sua amministrazione.

L'importantissima delega spetta a qualcuno di veramente competente che non cerchi mai di umiliare o penalizzare chi, per mestiere e formazione, di arte e cultura ne ha fatto il proprio lavoro. A chi - oltre a intitolare vialetti alla memoria - dimostra autentico rispetto per noi artisti. I quali (per antonomasia) non dovrebbero mai poter lavorare solo perchè associati a conventicole o simpatie personali ma solo perchè davvero meritevoli (noi, grazie a Dio, sappiamo di appartenere a quest'ultima categoria).

Noi riteniamo che i Suoi collaboratori, travalicando del tutto il proprio ruolo, abbiano vilipeso profondamente il Teatro e tutti i professionisti che di esso vivono: abbiano posto in essere un precedente che, se rimanesse sottaciuto o passasse in cavalleria, esporrebbe in futuro a potenziale rischio di emarginazione qualunque lavoratore del nostro settore che - per qualsiasi motivo e a prescindere dai contenuti meramente artistici - non fosse loro gradito.

Il modus profondamente antidemocratico - così sottilmente meschino - usato nella vicenda resterà comunque un indimenticabile sgradevole ricordo, perché non c'è niente di peggio per noi operatori di Teatro il sentirci boicottati e discriminati senza alcun valido motivo, magari strumentalizzati per capricci personali o mortificanti beghe politiche e ideologiche.

Inutile ricordare che simili dinamiche non dovrebbero assolutamente rappresentare un luogo così intimamente legato all'arte, le terre meravigliose che - dai macchiaioli alle grandi personalità di cinema come Mastroianni, Sordi, Gassman, Panelli, Risi - è storicamente avvezzo a una ben altra caratura intellettuale, a una ben diversa apertura mentale e culturale.

Così (anche in ideale rappresentanza di tutto il Teatro italiano professionistico) ci auguriamo che Castiglioncello ora si dimostri all'altezza della sua bellissima tradizione di ospitalità culturale: che il suo Sindaco non voglia in alcun mod avallare con indulgenza nessuna avvilente prepotenza del cacicco di turno, queste inquietanti e gravi piccinerie.

Che agisca con lucidità e risolutezza contro un atto di palese ingiustizia che offende tutto il vero Teatro, questo spadroneggiamento da tempi bui, riportando la barca nel grande mare della democrazia e della libertà che Lei è chiamato a rappresentare.

Al contempo chiediamo anche al presidente Giani (uomo di raffinata preparazione intellettuale) che ci legge in copia, di stigmatizzare quanto prima il grottesco accaduto e di vigilare affinchè ogni rappresentante delle istituzioni e della 'cosa pubblica' amministri le iniziative teatrali e culturali del territorio con giustizia e equità, nel solco delle secolari regole democratiche che hanno fatto grande la Toscana.

Grazie dell'attenzione

Eva Robin's - Livia Castellana - Martina Benedetti  

attrici Compagnia Teatrale Andrea Buscemi/Eva Robin's

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