L’ultimo saluto a Tullio Naldi, Moscardini: “Con la sua sapienza era un vero poeta della pietra”
Nei giorni scorsi è scomparso Tullio Naldi, 96 anni, l’ultimo scalpellino di Lastra a Signa ancora in attività.
L’ultimo saluto a Tullio Naldi, Moscardini: “Con la sua sapienza era un vero poeta della pietra”
Nei giorni scorsi è scomparso Tullio Naldi, 96 anni, l’ultimo scalpellino di Lastra a Signa ancora in attività.
In tantissimi hanno espresso cordoglio manifestando grande dolore per la scomparsa di una persona che ha scritto, in tanti anni, la storia della città.
“La lavorazione della pietra - ha commentato la sindaca Angela Bagni - é una delle nostre tradizioni più importanti e Tullio e la sua famiglia la portavano avanti da generazioni. Tullio è stato con noi anche in tante manifestazioni dove ha mostrato soprattutto ai più giovani questa antica arte così diffusa a Lastra a Signa”.
Il ricordo di Carlo Moscardini
“E’ scomparso l’ultimo scalpellino
Oggi abbiamo salutato Tullio Naldi,l’ultimo scalpellino di pietra serena , aveva iniziato a lavorare prima della guerra, quando l’unica forza motrice era quella fisica e cosi è stato per tutta la sua vita lavorativa.
Una vita di duro lavoro, di sacrificio, ma guidato da una maestria da una saggezza e da una conoscenza che non si limitava al suo lavoro, curioso di storia e appassionato di musica, che definiva la stessa pietra come una cosa viva, insegnando che ogni pietra aveva un suo “verso” e doveva essere interpretato.
Quando lo incaricammo di essere l’ insegnante dei ragazzi che partecipavano al corso dei “ Custodi del Paesaggio” ( ragazzi con gravi difficoltà ), quel sapere riusci a trasmetterlo a tutti quei giovani, lo fece con grande pazienza e tranquillità e tutti i partecipanti ne furono entusiasti, ma impressiono anche i tanti giornalisti e furono numerosi i giornali e le tv che parlarono di lui e del suo insegnamento, e perfino riviste internazionali gli dedicarono articoli. Una stagione che coronava una vita di passione per il proprio lavoro.
E fu in quel periodo che un giorno mentre era intento al restauro di un capitello a Villa Caruso, arrivarono dei professori ed esperti di musica per organizzare un evento, e si soffermarono ad ammirare il lavoro di quel scalpellino e discutevano di musica e di lirica in particolare ricordavano di un’opera cantata, mi sembra, La Boheme da Mario Del Monaco , in quel momento Tullio si fermo guardo dal basso verso l’alto i professori e scuotendo la testa disse : “ Non sono d’accordo quella volta Del Monaco fece una stecca” io c’ero e posso dirlo.
Grande fu la sorpresa di quei signori che rimasero muti, Tullio spiego la sua passione e chiari anche che quel mestiere (che può sembrare così banale) oltre ad avere bisogno di mano ferma, di un occhio attento necessità di orecchio, si di una certa musicalità nel ticchiettare del mazzolo sullo scalpello.
Questo semplice aneddoto esprime tutta la sapienza, la conoscenza che solo un’artista può avere, anche se Tullio si definiva sempre con grande umiltà ( dote dei grandi personaggi ) un semplice artigiano, anche se molti artisti vorrebbero avere la sua manualità, io invece l’ho definito un “Poeta della pietra”.
Finisce con lui un tempo, quel tempo che già dai primi del 900 impegnava oltre 400 persone nel lavoro di scalpellino, un tempo che non tornerà e che sarà importante ricordare e proprio quelle opere quei manufatti realizzati da Tullio saranno una testimonianza anche per le future generazioni.
Certamente la tecnologia oggi è in grado di riprodurre tutto, quindi anche i manufatti in pietra, ma non avranno nessuna anima e quella musicalità che solo la gente come Tullio riusciva a dare,
Ciao Tullio dovunque ti trovi”.