Intervento record in Toscana: una puntura salva-vita per impiantare una valvola cardiaca
Operazione mini invasiva del team di Monasterio e Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana nell’ambito di uno studio internazionale
All’ospedale del Cuore della Fondazione Monasterio a Massa un intervento senza precedenti: con una "puntura" nella gamba è stata impiantata una valvola cardiaca su una paziente fragile già in cura a Pisa. La donna altrimenti non avrebbe potuto sostenere una normale operazione chirurgica.
I primati nazionali e regionali
Si tratta di un intervento di chirurgia mini invasiva, una procedura sperimentale, prima in Toscana per accesso femorale venoso e prima al mondo per guida ecocardiografica intracardiaca, che si è sviluppata nell'ambito dello studio internazionale Target che coinvolge, oltre all’Italia, Spagna, Germania e Canada.
La gravità della paziente
La valvola è stata impiantata in una paziente fragile, in cura presso la sezione Emodinamica dell’Aoup, affetta da grave insufficienza tricuspidale non riparabile con tecniche percutanee e che, per il complessivo quadro clinico, avrebbe corso rischi troppo elevati se sottoposta ad intervento chirurgico tradizionale.
Il valore dell'equipe
Una mini invasività “estrema”, possibile – a conferma del valore del team – solo grazie all’imaging cardiaco di elevato livello: gli ecocardiografisti, guidati dal dottor Massimiliano Mariani, responsabile dell’eco team Monasterio, hanno fornito al cardiologo interventista ogni dettaglio anatomico della paziente guidando il medico nell’impianto corretto della valvola. Preziosissimo – considerata la fragilità della paziente – il supporto anestesiologico del team del dottor Paolo Del Sarto.
Nuovi orizzonti per i più vulnerabili
"L'eccezionale intervento realizzato all'Ospedale del Cuore – spiega la dottoressa Silvia Briani, direttrice generale dell'Aoup- dimostra come la Sanità Toscana sappia lavorare in sinergia, esaltando le migliori caratteristiche di ogni struttura e di ogni singolo professionista". E adesso questa nuova conquista della medicina apre orizzonti finora insperati per i pazienti più vulnerabili