LA DECISIONE

Il lupo non è più una specie "rigorosamente" protetta, Ceccardi (Lega): "Passo avanti importante per agricoltori e allevatori toscani"

Più di 300 organizzazioni ambientaliste e per il benessere degli animali avevano chiesto agli Stati membri dell’Unione europea di respingere la proposta

Il lupo non è più una specie "rigorosamente" protetta, Ceccardi (Lega): "Passo avanti importante per agricoltori e allevatori toscani"
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Negli scorsi giorni più di 300 organizzazioni ambientaliste e per il benessere degli animali avevano chiesto agli Stati membri dell’Unione europea di respingere la proposta della Commissione europea volta a declassare il lupo da “rigorosamente protetto” a semplicemente “protetto”. Ad esprimere il proprio parere positivo dopo l'esito positivo da parte dell'UE al declassamento, l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi e Coldiretti Toscana.

Il lupo declassato a specie "protetta"

Si è tanto parlato negli ultimi mesi del possibile declassamento del livello di protezione della specie lupo nell’Unione Europea.

Una scelta auspicabile secondo chi ritiene che i lupi siano “ormai troppi” e “troppo pericolosi” e scelta deleteria secondo chi ritiene che tale misura andrebbe a minare tutti gli sforzi compiuti negli ultimi decenni per la conservazione della specie sul territorio europeo.

Susanna Ceccardi

L'europarlamentare Ceccardi: "Passo in avanti importante"

Nel giorno dell'ok del Consiglio dell'Unione Europea - 25 settembre 2024 - si è espressa sul tema anche Susanna Ceccardi, europarlamentare della Lega, commentando la decisione nell'ottica della Toscana.

"L'approvazione da parte del Consiglio dell'Unione europea della proposta di declassare il livello di protezione del lupo è un passo in avanti importante per gli agricoltori e gli allevatori toscani che hanno subìto e stanno subendo rilevanti danni economici a causa di questo predatore. Ora è fondamentale mettere in campo strumenti di gestione adeguati per riportare il numero di lupi a livelli sostenibili, tenendo conto delle esigenze del territorio e delle comunità locali. Non si può infatti negare come la reale consistenza dei branchi di lupo sia molto cambiata negli ultimi anni, un problema sul quale la Lega richiamava da tempo l'attenzione di Bruxelles, caldeggiando l’adozione di misure concrete per garantire la sicurezza di agricoltori e allevatori e la convivenza con la fauna selvatica".

Il commento di Coldiretti

Anche Coldiretti è tornata sul tema dopo il declassamento del lupo da specie “particolarmente protetta” a “protetta”.

"Il declassamento dello status di protezione del lupo da rigorosa a semplice risponde alle richieste delle autorità locali, degli allevatori e degli agricoltori di maggiore flessibilità per gestire attivamente le concentrazioni critiche di lupi. È un passo avanti notevole nell’approccio alla gestione di un evidente disequilibrio che ha portato in Toscana alla chiusura di una stalla ovina su tre contribuendo al progressivo abbandono ed impoverimento delle nostre campagne. Finalmente si affronta l’emergenza con la scienza e non con l’ideologia", afferma Coldiretti Toscana nel commentare l’approvazione da parte del Coreper del progetto di decisione del Consiglio che propone la modifica dello status di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, ponendo di fatto le basi per una conseguente modifica anche della Direttiva Habitat a livello Ue.

"Gli attacchi dei lupi causano ogni anno la morte di migliaia di pecore, capre ed agnellini con stragi negli allevamenti di quotidiana cadenza soprattutto nei territori della maremma, del senese e dell’aretino ma che stanno portando al collasso gli allevamenti delle zone interne e montane, aggravando il pericolo di abbandono di queste aree", si aggiunge.

Esemplare di lupo

Negli ultimi dieci anni, secondo i dati elaborati da Coldiretti, i predatori hanno contribuito alla chiusura di 800 stalle e ucciso 65 mila tra pecore, capre ed agnellini, costringendo i pastori ad alzare bandiera bianca minando così anche il futuro delle filiere casearie Made in Tuscany che sono una risorsa importante economica e turistica per borghi e paesi.

Per denunciare una situazione non più sostenibile Coldiretti ha promosso in maremma, uno dei territori più colpiti insieme al senese e all’aretino, la campagna #salviamoipastori per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla silenziosa emergenza predazioni insieme cartelli stradali choc apposti davanti all’ingresso delle aziende ovine che hanno subito le predazioni e ad una mappa digitale georeferenziata dei luoghi dove si sono consumati i "delitti" con tanto di legenda informativa (giorno, azienda, località, capi uccisi).

"Secondo lo studio di Life WolfAlps EU sono intorno ai 3.300 esemplari di lupo in Italia di cui 950 nelle regioni alpini e quasi 2.400 lungo il resto della penisola con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei e dove non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video ed incontri - si legge ancora nella nota di Coldiretti Toscana -. La presenza dei predatori anche vicino alle abitazioni, in zone antropizzate, non è più un tabù. Gli avvistamenti sono quotidiani e con loro cresce la preoccupazione degli abitanti".

"Dati secondo i quali il lupo non è più a rischio estinzione – sottolinea Coldiretti Toscana – mentre aumenta il pericolo della scomparsa della presenza dell’uomo dalle montagne e dalle aree interne, con effetti devastanti sull’economia e sull’occupazione di questi territori, ma anche sull’assetto idrogeologico. Senza la costante opera di manutenzione assicurata dalle aziende agricole - conclude Coldiretti Toscana –  cresce il degrado ambientale che porta con sé frane e alluvioni, rese ancora più devastanti dagli effetti dei cambiamenti climatici".

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