la video intervista a Italia 7

Ha salvato la vita a un 55enne in arresto cardiaco: "Sono solo uno scout che ha imparato a scuola le tecniche di soccorso"

Alessandro Dioni frequenta il liceo classico di Arezzo

Ha salvato la vita a un 55enne in arresto cardiaco: "Sono solo uno scout che ha imparato a scuola le tecniche di soccorso"
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«Quando tutto è passato mi sono commosso. La notte, invece, non ho dormito». Racconta così Alessandro Dioni, 17 anni ancora da compiere, quel venerdì 7 luglio 2923, quando ha visto accasciarsi a terra Marcello, il babbo di un suo amico.

Ma non chiamatelo eroe né coraggioso. Lui è "solo uno scout", che ha imparato le tecniche per usare il defibrillatore a scuola. Così non ci ha pensato due volte, ha praticato il massaggio il cardiaco e ha salvato la vita al 50enne.

Marcello adesso sta meglio. E quegli attimi sono tutti racchiusi nella foto scattata il giorno dopo. Un sorriso, l'emozione e un momento che segnerà inevitabilmente la vita di entrambi.

Il racconto

«Eravamo tutti insieme a parlare in fondo al parcheggio della chiesa, quando abbiamo sentito gridare - ha ricordato Alessandro ai microfoni di Italia 7 - Io e miei amici siamo corsi a vedere. Io sono andata subito da Marcello, mentre un altro animatore è andato a portare via i bambini per metterli al sicuro. Mi sono avvicinato e ho sentito il polso. Il battito debolissimo».

 

Un gesto di coraggio

«Non faccio il volontariato», ha raccontato alle telecamere di Italia 7. Ha la voce ferma Alessandro, anche se dall'emozione nel ricordare quei momenti si percepiscono tutti i suoi 16 anni di coraggio e di intraprendenza.

«Sono un ragazzo che frequenta il liceo classico di Arezzo. Lì sono tre anni che facciamo il Bls. Ho agito semplicemente. Ho pensato che qui se non si fa qualcosa finisce in tragedia».

Lucidità e determinazione. «Ho iniziato prima con il massaggio cardiaco, poi ho chiesto se ci fosse un defibrillatore - ha spiegato ancora - Sono corso al muro della chiesa per prenderlo. Ho applicato le placche e avviato la macchina. Ho premuto il pulsante e ho sentito il corpo vibrare».

Il cuore è ripartito, ma solo per un attimo. Di scariche ne serviranno altre due, fino all'arrivo del 118.

E poi c'è un dopo e un lieto fine

«Lì per lì non ci ho pensato molto. Ho iniziato a realizzare quando l'hanno portato via. Mi sono commosso. Poi dopo c'è stata grande preoccupazione. Quella notte non sono riuscito a dormire. Sono crollato a notte fonda e mi sono svegliato con una foto di Marcello e i suoi figli».

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