Financial Times accusa Forte dei Marmi: «È diventata una colonia di russi in esilio»
Pandemia e guerra, secondo Murzi, hanno ridotto in modo drastico le presenze al Forte dei russi
Non le ha mandate a dire dietro il Financial Times, noto quotidiano finanziario inglese, alla località dei vip della Versilia. Che però ha visto subito la difesa del suo Sindaco.
Financial Times accusa Forte dei Marmi: «È diventata una colonia di russi in esilio»
Secondo l'articolo a firma di Marianna Giusti apparso sul Financial Times, noto quotidiano finanziario inglese «Forte dei Marmi? Ormai è diventato una colonia russa, composta per metà da turisti e per metà da persone in esilio». È questa, in sintesi, la tesi dell'articolo dove si parla di una cittadina che «a differenza di Monaco e Porto Cervo ha un’aria di mistero. Circospetto ma per gente vistosa, con auto di sicurezza privata che pattugliano il paese vuoto la notte, o guardie in vestito scuro ai cancelli delle ville».
Forte dei Marmi, il paese dei super ricchi insomma.
L’articolo racconta come «la concentrazione di super-ricchi al Forte abbia fatto lievitare i prezzi. Con ville affittate a 400 mila euro per la stagione estiva, camere d’albergo che hanno una media di 900 euro a notte e un posto in spiaggia che può costare fino a 500 euro al giorno. Datcha, la residenza extralusso di proprietà di Tinkov, un magnate russo-cipriota, può essere prenotata per 100 mila euro a settimana o circa 1 milione di euro per la stagione. Molti clienti sono russi o dell’Europa orientale».
Non è passato inosservato alla giornalista del FT che il mese scorso, la Fondazione anticorruzione di Alexei Navalny ha riferito come i parenti di Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo Wagner, possiedano una villa a Forte del valore di 3,5 milioni di euro.
«L’organizzazione ha già riferito che circa 2 mila 500 delle 7 mila case del Forte appartengono a russi. Quando la guerra si è intensificata nel 2022, molte delle élite russofone si sono ritirate qui in modo permanente», si legge nell’articolo.
La replica del sindaco
Non si è fatta attendere la replica di Bruno Murzi, sindaco di Forte dei Marmi, che affida le sue riflessioni ad una lunga lettera aperta: «Non mi riconosco in quello che la giornalista ha descritto, cioè una Forte dei Marmi che vive e sopravvive solo perché parla russo. Non lo dico io, ma i dati: questo paese parla turisticamente per più del 52% italiano e tra il 48% della clientela turistica che proviene da tanti paesi stranieri c’è chi parla certamente il russo e l’ucraino, ma anche l’americano, l’arabo, il francese il tedesco ed altro ancora».
Ma il Covid e la guerra...
Pandemia e guerra, secondo Murzi, hanno ridotto in modo drastico le presenze al Forte dei russi, «passate dalle 27 mila del 2019 alle 4 mila circa del 2022. I primi russi che arrivarono a Forte dei Marmi negli anni 2000, tra cui anche alcuni oligarchi, hanno certamente contribuito a creare un mercato, ad aumentare la qualità dei servizi e di conseguenza incrementare alcuni prezzi e valori immobiliari. Sicuramente trascorrevano le vacanze chiusi nelle proprie ville ed è possibile anche che alcuni aneddoti di consistenti mance lasciate nei ristoranti siano realmente accaduti».
Ma oggi è diverso, dice il sindaco, che parla di «cambiamento della clientela turistica russa. Sono persone cosiddette normali, imprenditori che hanno una capacità di spesa certamente elevata e che vengono in qua per passare una vacanza, ma girano tra i negozi, vanno a fare la spesa nei supermercati dove andiamo anche noi e hanno voglia di vivere Forte dei Marmi per quello che è».
Le famiglie russe che svernano al Forte, spiega Murzi, «non superano le 100 unità. E qui da noi non c’è alcuna differenza tra russi e ucraini perché convivono in pace.
Forte dei Marmi ha inserito nelle proprie scuole oltre 40 bambini ucraini e, grazie ad una donazione di Oleg Tinkov, è stato realizzato anche un progetto per favorirne l’inserimento nella comunità. Alcuni imprenditori, sia russi che ucraini, hanno fatto degli investimenti importanti sul nostro territorio come l’acquisto di alberghi o stabilimenti balneari. Se è vero che alcuni bagni sono stati venduti, ricordiamo però che su 100 stabilimenti più di 70 sono ancora gestiti da famiglie fortemarmine».
E Putin ha una villa al Forte?
«Non abbiamo notizie di ville di Putin – termina il sindaco - sappiamo invece che c’è una casa riconducibile a una società collegata al presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky e a sua moglie.
È stata smentita invece, da parte della famiglia proprietaria, la presenza di una villa collegata a Yevgeny Prigozhin. La giornalista, certamente intenzionata a raccontare la storia dei russi a Forte dei Marmi, si è focalizzata solo su quello, scegliendo di intervistare una blogger russa e andando in uno dei pochi alberghi nel territorio comunale di proprietà russa.
Ma Forte dei Marmi non è questo. Innanzitutto non è il Twiga, che è a Marina di Pietrasanta, e non è solo l’Alpemare di Bocelli: è tutto quello che è sul mare, è Le Boe, Le Dune, le due bellissime spiagge comunali e tutti gli stabilimenti balneari che sanno offrire servizi dai più tradizionali, popolari fino ai più esclusivi».