Degrado e sicurezza, la lettera dei parroci di Rifredi: "Il quartiere ha cambiato volto. Necessario intervenire"
"Non chiediamo ordine e sicurezza quale frutto di azioni repressive, ma sane iniziative per costruire relazioni positive", scrivono i parroci
I parroci delle comunità del vicariato di Rifredi, a Firenze, hanno espresso alcune riflessioni nate dalla loro esperienza diretta sulla situazione di degrado e di poca sicurezza percepita nel quartiere.
Una lettera inviata martedì 10 ottobre 2023 in cui per filo e per segno è narrata la cruda vita di quelle strade, dove la delinquenza nasce e prospera fin dalla giovanissima età. (Foto copertina: Wikipedia)
La lettera dei parroci di Rifredi
Di seguito ecco alcuni passaggi della lettera firmata da 15 parroci di Rifredi - qui il testo integrale - con occhio attento soprattutto sulla questione del degrado, della droga, dei giovani e della cattiva integrazione degli stranieri.
La situazione evidenziata appare davvero molto grave e per questo è stato chiesto il pronto intervento dell'amministrazione.
"I contesti nei quali prende forma la vita delle nostre comunità hanno conosciuto negli ultimi anni profonde trasformazioni. I cambiamenti intervenuti hanno inciso [...] aggravando sempre più i sintomi di un disagio crescente che colpisce tanto i singoli quanto le dinamiche che animano le relazioni sociali, determinando una situazione di degrado sempre più grande.
Ne sono vittima tutti. Quando parliamo con la gente sentiamo preoccupazione, smarrimento, paura e anche abbandono. Le strade non sono più sicure come un tempo e sono luogo dove si esasperano conflitti e povertà. Le nostre vie e le nostre piazze, una fra tutte Piazza Dalmazia, non sono più tanto un luogo di incontro e aggregazione quanto lo scenario dove si verificano episodi di delinquenza [...].
Proprio i giovani sono i primi per i quali siamo preoccupati. Non hanno più luoghi e strutture dove potersi aggregare in modo sano, non facili opportunità di istruzione e formazione capace anche di accompagnarli. [...] Rifredi ha cambiato volto. È diventata anonima, indifferente, teatro di azioni e presenze che sono il frutto di un crescente conflitto sociale, di un’aumentata povertà, di affrettate decisioni a livello politico e amministrativo.
La crisi del lavoro presenta il suo conto, così come un’assenza di vera integrazione nei confronti delle tante persone immigrate che giungono in questo quartiere. Quest’ultimo aspetto ci porta a riflettere sul tema della vera e buona accoglienza, che ci pare non essere quella prevalente. Tanti giovani, giovanissimi, percorrono le nostre strade senza alcuna meta né prospettiva e sono facile preda di proposte allettanti di tipo delinquenziale. C’è una cosa che non manca tra le nostre vie e nelle nostre piazze: la droga.
Allo stesso tempo Rifredi ha un altro elemento che sembra contraddistinguerlo più di altri quartieri: in esso sono state concentrate tante strutture di accoglienza per persone immigrate, particolarmente minori. Di fronte ad un generale deserto di vere opportunità di integrazione, per questi ragazzi si apre una prospettiva di abbandono e trascuratezza, preludio di un futuro di espedienti e di scarse prospettive.
Questi ragazzi rimangono fuori da ogni percorso e quindi dalla possibilità di una vera inclusione e una concreta prospettiva di futuro. Di fronte a tutto questo cresce, quale piaga, un progressivo rifiuto dell’altro, un generale senso di diffidenza e, quasi inevitabilmente, di ingiustificato razzismo.
Il contesto valoriale di riferimento, con l’apporto di tutti, è chiamato a cambiare. Non chiediamo ordine e sicurezza quale frutto di azioni repressive, ma sane iniziative per costruire relazioni positive, capaci di mettere insieme le tante e creative risorse di questo territorio. [...] Abbiamo bisogno del contributo di tutti e, in particolar modo, di chi è chiamato ad amministrare questa città.
È necessario fare subito qualcosa per Rifredi…non si può attendere oltre. [...] La presenza vera, in mezzo alla comunità, di una sana promozione del bene sociale è molto più laboriosa da costruire ma è l’unica prospettiva seria per cui valga la pena impegnarsi".
Firenze, 10 ottobre 2023
I Parroci delle Parrocchie del Vicariato di Rifredi
L'incontro con il sindaco Nardella
Successivamente alla lettera dei 15 parroci di Rifredi, il sindaco Dario Nardella, accompagnato anche dal presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli, è andato a incontrare uno di loro, don Maurizio Tagliaferri, alla parrocchia dell’Immacolata a Montughi.
Nardella ha affermato di voler incontrare prima possibile tutti quanti i sacerdoti coinvolti mentre don Tagliaferri, ringraziandolo dell'incontro, ha espresso la sua idea per risolvere i problemi del quartiere.
"Crediamo che lavorare ad un progetto strutturale e di lungo periodo volto all’inclusione sul territorio delle tante persone che si trovano ai margini e che delinquono sia più importante del rafforzamento delle forze armate", riporta il Corriere Fiorentino.
"In tanti percepiscono un senso di aumentata insicurezza, tanti hanno paura ad uscire la sera - ha aggiunto Don Tagliaferri -. Le ragazze temono ad andare a giro da sole e spesso anche gli anziani sono stati pedinati e minacciati".
La risposta, per il momento, sembrerebbe invece quella di un potenziamento dei controlli, come spiegato dall'assessora alla sicurezza Benedetta Albanese.
"Stiamo lavorando molto nella zona di Rifredi potenziando il servizio dei vigili di quartiere, con tre pattuglie in più. Una volta a settimana inoltre ci sono i passaggi dei carabinieri in congedo e inoltre installeremo nuove telecamere di videosorveglianza».