Cpr per migranti in ogni regione: la posizione della Toscana. Rispunta l'ipotesi Pescia
Dal presidente Giani la risposta è secca: "Non darò nessun ok al Cpr in Toscana". E spunta nuovamente l'ipotesi Pescia
Nelle ultime ore è tornato a scaldarsi fortemente il tema migranti, declinato in special modo sulla questione dei Cpr, ovvero i centri per i rimpatri, che sta coinvolgendo l'Italia intera.
Partiamo però con ordine, ossia dalle idee e proposte del Governo in merito, per poi scendere nel particolare della Regione Toscana e la posizione attuale dei suoi esponenti.
Cosa è il Cpr?
Innanzitutto cosa è un Cpr? Il centro per rimpatri, si legge nella spiegazione fornita dal Viminale, è dove "sono trattenuti i cittadini stranieri destinatari di un provvedimento di espulsione o di respingimento, quando non è possibile eseguirne con immediatezza il rimpatrio a causa di situazioni transitorie o dove possono essere trattenuti anche i migranti richiedenti asilo, ad esempio quando costituiscono un pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica".
La posizione del Governo
Sulla questione Cpr per i migranti il Governo Meloni è stato chiaro: verrà costruito un centro per rimpatri in ogni regione. Ad oggi sono ben 12 le regioni sprovviste tra cui figura proprio la Toscana.
Nella misura del Consiglio dei Ministri di lunedì 18 settembre 2023 è stato inoltre deliberato di estendere fino a 18 mesi, rispetto ai 6 iniziali, il limite massimo di permanenza agli stranieri non richiedenti asilo del Cpr. Per i richiedenti asilo il limite è invece 12 mesi.
L'idea è quella di costruire circa 22 nuovi Cpr in "in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili", come ad esempio in ex caserme, carceri o aeroporti dismessi. L’allestimento sarà affidato al Genio militare, il presidio alla polizia. I servizi saranno dati tramite bando ai privati, responsabili del rapporto con i migranti trattenuti e del funzionamento del centro. Nell’ultima manovra sono stanziati ben 42,5 milioni in tre anni per la realizzazione del progetto.
Eugenio Giani categorico
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ha fatto chiarezza un giorno fa con una breve ma intensa affermazione. "Non darò l'ok a nessun Cpr in Toscana".
"Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Cosa c'entra il Cpr come risposta ai flussi emergenziali? La risposta agli immigrati che arrivano con violenze e sofferenze subite non può essere 'faccio i Cpr'. Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, trovar loro da mangiare e un posto dove dormire Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio".
Una risposta secca e senza giri di parole che ha scatenato la polemica al Governo dove la posizione, come detto prima, è totalmente all'opposto.
Le posizioni di Nardella e Biffoni
Sempre piuttosto tiepido sulla questione, circa un mese fa, Dario Nardella, Sindaco di Firenze, si è fortemente scagliato su una delle ipotesi nate in quel periodo. La proposta sarebbe stata quella di utilizzare le palestre come Cpr, una proposta anche in questo caso seguita da una risposta decisa e intransigente.
"Per quanto mi riguarda è una follia - disse a La Nazione -. Come è possibile spiegare ai cittadini che occupiamo le palestre per i migranti a pochi giorni dalla riapertura delle scuole? È chiaro che questa non può essere la soluzione".
Anche Matteo Biffoni, sindaco di Prato, si schiera contro affermando come "il tema dei migranti non si risolve con i Centri per il rimpatrio".
La Lega spinge
"Da tempo, come Lega, chiediamo che pure in Toscana ci sia un Cpr ma i Dem continuano ad opporsi inventandosi le teorie più bislacche".
Ha sentenziato Elena Meini, capogruppo in Consiglio regionale della Lega, rimarcando quanto già detto dai colleghi in parlamento. La Lega spinge sull'acceleratore dunque contando che dall'altra parte qualcuno alzi finalmente bandiera bianca e si arrenda alla costruzione di un Cpr.
C'è un luogo prescelto?
Premettendo che il Cpr in Toscana alla fine venga realizzato, nonostante Giani appaia irremovibile su questo punto, quale potrebbe essere la zona prescelta?
Nelle ultime settimane si sono susseguite ipotesi, quella delle palestre scartata da Nardella, così come sembra impensabile poter contare su alcune soluzioni temporanee come l'ex pizzeria a Calbenzano, frazione di Subbiano (Arezzo). Un esempio delle tante situazioni al limite dell'impossibile vigenti in ogni angolo della Toscana.
Ipotesi Pescia?
L'ipotesi forse più accreditata, sebbene ormai datata di diversi mesi, riguarda l'ex carcere di Veneri a Pescia. Secondo La Nazione a gennaio la prefettura avrebbe avviato i primi contatti per la realizzazione del Cpr incassando anche un'apertura iniziale del presidente Giani.
La retromarcia dello stesso ha fatto finire tutto in fondo ad un cassetto con anche un ritorno di fiamma di questa idea già apparentemente scartata. La risposta alla domanda su un suo effettivo utilizzo in questo momento non è data ma resta comunque l'idea fin qui più concreta uscita allo scoperto.