Prato

Con 1735 famiglie sostenute in un anno l'Emporio continua ad andare al massimo delle sue possibilità

Con 1735 famiglie sostenute in un anno l'Emporio continua ad andare al massimo delle sue possibilità
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L’Emporio della Solidarietà sta viaggiando al massimo delle sue possibilità per rispondere alle richieste delle famiglie bisognose di un aiuto. Nel 2021 il supermercato di via del Seminario è stato aperto 254 giorni e ha dato la possibilità a 1735 famiglie di poter fare la spesa.

Emporio: 1735 famiglie sostenute in un anno

Il numero è il più alto mai raggiunto in quattordici anni di vita del servizio ed è più meno lo stesso del 2020, il primo anno della pandemia, quando le richieste sono aumentate a causa delle conseguenze sociali ed economiche legate all’emergenza sanitaria. Ad aumentare, del 6,5%, sono le tessere neonato attivate per sostenere 212 mamme e i loro figli.

Sono alcuni dei dati presentati questa mattina, sabato 7 maggio, nel corso dell’annuale presentazione del bilancio sociale del progetto Emporio. A commentare questi numeri – redatti anche quest’anno da Marcello Turrini – sono i soggetti promotori del servizio nato nel 2008: Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.

 

Hanno detto. Alla presentazione del bilancio è intervenuta l’assessore regionale alle politiche sociali Serena Spinelli. «La realtà dell’Emporio si sta diffondendo sempre di più in Toscana, l’ultimo nato è stato a Certaldo un mese fa – ha detto Spinelli –, penso che questa iniziativa possa essere considerata come una ottima risposta ai bisogni di chi si trova in difficoltà. Negli ultimi due anni un cittadino su tre in Toscana ha chiesto un qualche tipo di aiuto: dal supporto al reddito alle agevolazioni. C’è bisogno di dare risposte, ma non possiamo accontentarci di fornire un pasto, occorre dare opportunità e non solo risposte di buon cuore. L’Emporio fa tutto questo, perché non solo aiuta ma accompagna chi si trova in una situazione di bisogno».

«Non solo è importante prendersi cura, è importante anche il come e l’Emporio è proprio questo: una buona pratica», ha detto il presidente della Provincia Francesco Puggelli. L’assessore comunale alle politiche sociali Luigi Biancalani ha sottolineato come questo importante servizio per la città sia reso possibile «dal grande lavoro di rete messo in campo da pubblico e privato sociale», poi ha definito l’Emporio «un gioiello che funziona bene». Il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Franco Bini ha ringraziato la Caritas, che si occupa dell’approvvigionamento e della distribuzione degli alimenti: «ho potuto apprezzare il modo nel quale vengono gestite le risorse che vi sono affidate. Presto inizierà un nuovo ciclo per la Fondazione, sono sicuro che il sostegno a questo progetto continuerà». Per la Diocesi era presente monsignor Nedo Mannucci: «L’Emporio non solo funziona, ma è una cosa viva, dove la persona è messa al centro, non i suoi bisogni. Questo è un aspetto fondamentale».

Anche nel 2021 le istituzioni cittadine hanno contribuito all’Emporio versando 140mila euro (70mila la Fondazione, 50mila il Comune, 20mila la Diocesi, la Provincia mette gratuitamente a disposizione gli ambienti e la Caritas si occupa della gestione del servizio e dell’approvvigionamento).

Tra i presenti anche le associazioni e tutte le realtà che fanno parte del progetto Emporio: il Centro di Aiuto alla Vita, l’Associazione Giorgio La Pira, Confartigianato, la sezione soci Coop di Prato.

 

Tornado al bilancio, indichiamo alcuni dati che confermano non soltanto la bontà di questa iniziativa – replicata anche in oltre cento città italiane sulla scorta di quanto è stato fatto a Prato – ma anche l’efficacia di un sistema che ha eliminato la consegna dei soliti pacchi viveri a vantaggio di un più utile e dignitoso «acquisto» di prodotti tramite l’uso di una tessera a punti rilasciata da Caritas, Comune, parrocchie e altri enti caritativi del territorio.

Le famiglie italiane tornano a essere il 48,6% del totale, contro il 50% dello scorso anno. Le comunità straniere più numerose anche nel 2021 sono quelle provenienti dal Marocco (11%), Albania (9,4%) e Nigeria (8,8%). Il servizio si conferma sempre più multietnico con oltre 60 nazionalità presenti. Il valore medio erogato a famiglia – invariato rispetto al 2020 – è stato di poco più di mille euro, con un minimo di 584 euro per i nuclei più piccoli e di un massimo di 1330 per quelli più grandi. Facendo un calcolo approssimativo possiamo dire che oltre cinquemila persone hanno potuto godere del servizio Emporio nel corso del 2021.

Impressionante il controvalore dei prodotti distribuiti: 2 milioni e 337mila euro (-10,6%), mentre le spese sostenute per mandare avanti la «macchina» ammontano a 238mila euro (soldi spesi in particolare per lo stipendio di due dipendenti a tempo pieno, per uno part-time e per acquistare prodotti non reperibili nelle raccolte). Mettendo a confronto quanto speso rispetto a quanto distribuito vediamo come per ogni euro uscito dalle proprie casse, l’Emporio è riuscito a investire quasi dieci euro in beni di prima necessità per chi ha bisogno.

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