Boom di sfratti in Toscana: Firenze "medaglia d'oro", sul podio Pisa e Prato
La Toscana si trova al quarto posto per richieste di esecuzione con forza pubblica e quinta per esecuzioni già eseguite.
La recente ricerca dell’ufficio di statistica del Ministero dell’Interno, riguardo l’andamento delle procedure di sfratto da immobili ad uso abitativo pubblicata a giugno, conferma la gravità della situazione dovuta alla perdita della abitazione. Ecco dove si piazza la Toscana in Italia e quali sono i dati delle sue province.
I dati nazionali
A livello nazionale, nel 2022 sono stati emessi 42 mila provvedimenti di sfratto. Nel primo anno dopo la fine del parziale blocco delle esecuzioni durante la pandemia, gli sfratti tornano a crescere del 9,4% rispetto all’anno precedente, riportando il fenomeno a livelli prepandemici, ma in una condizione di crisi sociale ed economica nettamente peggiore.
Il 47,8 % dei provvedimenti di sfratto viene emesso nelle città capoluogo e il restante 52,3% nel resto della provincia. Si tratta prevalentemente di sfratti per morosità: 34mila sfratti, pari all’ 80,1% del totale, in crescita del 4,3% rispetto al 2021.
A questi si aggiungono 3mila sfratti per necessità del locatore e oltre 5mila sfratti per finita locazione, entrambi in forte crescita (rispettivamente del 75% e del 22%), che consentono ai proprietari di riottenere la disponibilità degli immobili, sempre più spesso destinati ad affitti brevi turistici, nettamente più redditizi delle locazioni residenziali.
Ormai, la deregolarizzazione degli affitti brevi sta facendo esplodere il ‘bisogno’ casa di migliaia di famiglie di lavoratori, che non sostengono più i costi dell’abitare. Sempre negli ultimi cinque anni, gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario sono stati 145.208; soltanto nel 2013 le richieste di esecuzione sono state 129.577.
I dati toscani
In Toscana i nuovi provvedimenti di sfratto convalidati nel 2022 sono stati 5.978, con un +0.61% rispetto all’anno precedente, che si aggiungono ai 15.026 in attesa di esecuzione con forza pubblica. Ben 2.877 sono state le famiglie toscane messe in strada con l’intervento della forza pubblica. Oltre 55mila sono le persone che hanno presentato domanda di assegnazione di una casa popolare. Di queste solo un 10% troverà soluzione in una casa pubblica.
Il maggior numero degli sfratti convalidati dai giudici si concentra in Lazio (7.228), Lombardia (6.094), Campania (4.184), Piemonte (4.098), per arrivare alla Toscana (sesto posto) con 2.779 convalide di sfratto in attesa di esecuzione.
La distanza della Toscana si accorcia per quanto concerne le richieste di esecuzione della forza pubblica. Infatti, dopo la Lombardia con 21.624, l’Emilia con 12.033, il Piemonte con 10.350, in quarta posizione segue proprio la Toscana con 8.604 richieste (+200,4% rispetto 2021). Per gli sfratti già eseguiti con la forza pubblica, la Toscana è quinta dopo Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio, con 2490 sgomberi con un aumento del 162,7%.
Nella provincia di Firenze, sempre nel 2022, gli sfratti per finita locazione convalidati dai Tribunali sono stati solo 93 (a Firenze 82), nelle altre province toscane 226; mentre quelli per morosità ammontano a ben 721 nella sola provincia di Firenze (di cui 414 nel comune capoluogo) e altre province toscane sono 1659, per un totale di 2779 esecuzioni.
Firenze la prima provincia
Il dato sostanzialmente nuovo che emerge dall’analisi dei dati del 2022 in Toscana è che l’alto numero di sfratti non si localizza solo nelle città capoluogo, ma si estende anche a molti comuni delle province, nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e cassa integrazione si sono fatti sentire con maggiore drammaticità.
Sono anche le province che si affacciano sulla costa a soffrire l’emergenza sfratti. Firenze e provincia, medaglia d’oro dell’emergenza abitativa, con 896 nuove convalide di sfratto, 3.120 richieste di esecuzione (275% in più rispetto al 2021), 705 sfratti già eseguiti con forza pubblica (340,06% in più rispetto al 2021). Pisa e provincia, medaglia d’argento dell’emergenza abitativa, con 262 nuove convalide di sfratto, 1.276 richieste di esecuzione (94,8% in più rispetto al 2021), 274 sfratti già eseguiti con forza pubblica (7,5% in più rispetto al 2021). Prato e provincia, medaglia di bronzo dell’emergenza abitativa., con 230 nuove convalide di sfratto, 883 richieste di esecuzione (181,2% in più rispetto al 2021), 299 sfratti già eseguiti con forza pubblica (205,01% in più rispetto al 2021).
Siena fanalino di coda
Segue al 4° posto Pistoia, con 229 nuove convalide di sfratto, 778 richieste di esecuzione (289% in più rispetto al 2021), 271 sfratti già eseguiti con forza pubblica (208% in più rispetto al 2021) Al 5° posto troviamo Livorno, con 262 nuove convalide di sfratto, 425 richieste di esecuzione (197% in più rispetto al 2021), 176 sfratti già eseguiti con forza pubblica (188,5% in più rispetto al 2021) Al 6 posto Arezzo e provincia, con 178 nuove convalide di sfratto, 546 richieste di esecuzione (203,3% in più rispetto al 2021), 182 sfratti già eseguiti con forza pubblica (208,5% in più rispetto al 2021) Al 7° posto Lucca, con 211 nuove convalide di sfratto, 435 richieste di esecuzione (106,2% in più rispetto al 2021), 252 sfratti già eseguiti con forza pubblica (103,02% in più rispetto al 2021).
All’8° posto Grosseto con 160 nuove convalide di sfratto, 434 richieste di esecuzione (261,7% in più rispetto al 2021), 138 sfratti già eseguiti con forza pubblica (273% in più rispetto al 2021) Al 9° posto Massa Carrara, con 165 nuove convalide di sfratto, 369 richieste di esecuzione (405,5% in più rispetto al 2021), 83 sfratti già eseguiti con forza pubblica (245,8% in più rispetto al 2021) Positivo fanalino di coda Siena, con 140 nuove convalide di sfratto, 338 richieste di esecuzione (148,5% in più rispetto al 2021), 110 sfratti già eseguiti con forza pubblica (161,9% in più rispetto al 2021).
L’analisi
I dati fin qui esposti dimostrano inequivocabilmente come la progressione del numero degli sfratti e la loro concentrazione siano profondamente mutati. Fino a qualche anno fa, le esecuzioni si concentravano soprattutto nei comuni capoluogo, sedi di università e di interesse turistico, e denso di attività produttive e del terziario.
Ad oggi, come nel resto d’Italia, le esecuzioni sono endemiche su tutto il territorio regionale. Comuni delle province Toscane, che fino ad oggi non conoscevano se non marginalmente la questione della emergenza abitativa, si trovano a dover fare i conti con questo tipo di emergenza, con strumenti del tutto insufficienti ed inadeguati. La ragione principale di questa diffusione sta nell’aggravarsi dello stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto, insieme alla difficoltà di canoni ancora troppo alti rispetto alle sempre più scarsa capacità di reddito (media incidenza canone affitto reddito 47%) e al grande problema legato al fenomeno degli affitti turistici.
Le proposte di CGIL-Sunia
I dati riportati sono da vero e proprio bollettino di guerra: il disagio abitativo rappresenta una componente rilevante della precarietà, infatti la casa è sempre più un acceleratore verso la povertà per famiglie di lavoratori e pensionati. La necessità di una politica sulla casa a 360°, che agisca a tutti i livelli istituzionali, a livello locale e centrale è ormai una ineludibile necessità. Il Governo, che finora non ha fatto nulla sull’emergenza abitativa (anzi, ha colpevolmente tolto il contributo affitto e azzerato il fondo per la morosità incolpevole), deve: rifinanziare il Fondo di sostegno all’affitto e il Fondo per morosità incolpevole, per contribuire ad abbassare l’incidenza canone reddito delle famiglie in difficoltà; creare un piano pluriennale di aumento dell’offerta di alloggi di edilizia pubblica con finanziamenti adeguati, per incrementare il patrimonio Erp di almeno 600mila unità; realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e incrementare il ‘Fondo per gli studenti fuori sede’; operare una revisione della legge sulle locazioni che punti, attraverso contrattazione collettiva e leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta, incentivando inoltre al massimo il canone concordato per favorire le locazioni di lunga durata; prevedere una dotazione finanziaria certa e continuativa per permettere programmazione degli interventi e sostegno diretto agli inquilini in difficoltà.
Due semplici modifiche
Richiediamo infine alla Regione Toscana, come da tempo facciamo, due modifiche semplici e chiare. Sia l’articolo 99 della legge regionale, n° 65 / 2014 (“Norme per il governo del territorio”), introducendo due sottocategorie all’interno della categoria d’uso residenziale, in modo da d permettere ai Comuni di distinguere, in tutto il proprio ambito territoriale e senza automatismi di passaggio, l’uso residenziale proprio da quello a fini di locazione breve, o turistico ricettiva.
Al contempo, va modificato l’articolo 54 della legge regionale n° 86 /l 2016 (“Testo Unico del sistema turistico regionale”), laddove per varie fattispecie di attività ricettive extralberghiere la possibilità di insediarsi in immobili a destinazione residenziale senza necessità di cambiarne la destinazione d’uso. Un articolo che entra improvvidamente a piedi pari in materia urbanistica, interferendo con la potestà dei Comuni e alimentando indebite controversie interpretative.