CRONACA

Licenziati alla Gkn: in molti arrivano dalla Val di Bisenzio

Ad avvertirli con messaggi whatsapp i Sindacati e le Rsu. In quel momento alcuni di loro magari stavano dormendo, appena staccato da un turno notturno di lavoro, altri stavano già pensando alla cena della ditta che si doveva tenere proprio il venerdì sera.

Licenziati alla Gkn: in molti arrivano dalla Val di Bisenzio
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Vengono anche dalla Val di Bisenzio, così come dal Mugello e da tante altre zone i lavoratori che venerdì scorso all’improvviso hanno saputo di essere stati licenziati dalla Gkn, con una mail che non è nemmeno arrivata direttamente a loro, ma ad avvertirli con messaggi whatsapp i Sindacati e le Rsu.
In quel momento alcuni di loro magari stavano dormendo, appena staccato da un turno notturno di lavoro, altri stavano già pensando alla cena della ditta che si doveva tenere proprio il venerdì sera, altri ancora magari proprio in quel momento stavano firmando in banca per il mutuo sulla casa appena acquistata.

Le testimonianze

Questo è proprio quello che è successo al vaianese Andrea Langianni, 38 anni, che ancora oggi a distanza di giorni non riesce a credere a quello che sta succedendo.
Ha gli occhi rossi, non dorme dalla fine della scorsa settimana e non ha parole per descrivere come si sente.

«Dal 2011 - ha spiegato Langianni, non un numero, ma un volto, una persona con sogni speranze e prospettive, spazzate via in un attimo - ho iniziato a lavorare alla Gkn come interinale e nel 2015 sono stato assunto. Lavoro al montaggio dei semiasse. Giovedì sera alle 21 stavo terminando il disegno di un progetto targato 9 settembre 2021. Questo tanto per capire quanto proprio a noi non avessero fatto capire niente. Ho staccato alle 22 il mio turno e sono tornato a casa. Già con la ditta stavamo parlando della cena di lavoro che si doveva fare la sera dopo, venerdì. Ovviamente non l’abbiamo fatta».

Ma la cosa peggiore per Andrea è stato proprio quel venerdì mattina.
«Ero in banca e stavo firmando il mutuo per la casa. Vedevo che mi stavano chiamando, ma ovviamente in quel momento non potevo rispondere. Quando sono uscito di banca, felice perché finalmente avevo realizzato il mio sogno per la mia prima casa, mi è crollato il mondo addosso».

Era disperato Andrea Langianni, un attimo prima sembrava che tutto andasse per il verso giusto e un attimo dopo il suo mondo si è come fermato con quel messaggio whatsapp.
«Inizialmente non ci volevo credere. Quando poi mi hanno spiegato tutto quello che stava succedendo ero sotto choc. Questo inverno mi hanno fatto fare un corso di robot: per tre mesi hanno mandato alcuni di noi a Brunico addirittura per un corso per imparare a usare dei macchinari. Hanno investito su di noi e pochi mesi dopo ci licenziano tutti in tronco così».
La speranza però è l’ultima a morire: «Io lo amavo il mio lavoro. Ci stavo bene. Dentro di me penso ancora che sia tutta una strategia. Volevano tagliare molto personale e magari così i sindacati a un certo punto saranno costretti ad accettare che ne so, 100 o 150 esuberi. Però ripeto, forse è solo una speranza vana a questo punto».

Poi c’è Simone Pierguidi, 56 anni, dal 1999 lavora alla Gkn come manutentore, di Vernio.
«Ci hanno chiesto di fare straordinari fino al sabato prima e poi il venerdì ci licenziano. Noi non siamo stati a casa un giorno, tranne in quel mese e mezzo di chiusura totale anno scorso. Non si sono nemmeno interessati agli ammortizzatori sociali. Per questo quando si è saputo dello sblocco dei licenziamenti noi non ci siamo preoccupati. Il giorno prima ci hanno fatto il bonifico con il premio ferie e il giorno dopo, appena mandata mail, già avevano inviato i vigilanti per far uscire tutti e allucchettare i cancelli».

Le testimonianze

La mobilitazione degli operai per scongiurare il licenziamento dei 422 occupati ha richiamato “in servizio” anche gli storici dipendenti dello stabilimento. In questi giorni all’ingresso del sito produttivo si trovavano anche Nicola Galli 74 anni, e Piero Braschi, entrambi residenti a Campi Bisenzio ed oggi in pensione dopo aver lavorato moltissimi anni prima allo stabilimento Fiat di Novoli a Firenze e poi presso la Gkn.

«Oggi – ha raccontato Nicola, particolarmente addolorato – all’interno dell’azienda lavora mio figlio, di 46 anni, io invece sono andato in pensione nel 1999. Mio figlio venerdì scorso ha smontato dal turno di notte, è tornato  a casa per dormire e poi ha letto nella chat degli operai dell’invio della comunicazione del licenziamento. Un fatto inaccettabile. Mi auguro che nei prossimi giorni possano venire a Campi Bisenzio sia il segretario generale della Cgil Landini che gli esponenti del Governo. L’amministrazione comunale non può risolvere una situazione così grave, serve il massimo impegno del governo italiano. «Allo sciopero generale di lunedì 19 luglio – ha poi aggiunto Piero – sarò presente anche io. Occorre reagire tutti. In questi anni non avevo nemmeno compreso che la Gkn fosse stata acquistata da un fondo di investimento. Ora tutti chiacchierano ma dobbiamo passare subito ai fatti, di speranze ce ne sono poche, soprattutto se pensiamo a come è andata a finire per la Bekeart di Figline».

Richiesto a gran voce dagli operai e da tutti gli ex lavoratori, oltre che dalle organizzazioni sindacali, lo sciopero generale territoriale dell’area metropolitana di Firenze Cgil-Cisl-Uil Firenze è stato convocato per lunedì 19 luglio a difesa del lavoro, a sostegno della vertenza della Gkn di Campi Bisenzio per il ritiro di tutti i licenziamenti, per la dignità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale, per un sistema economico basato sui diritti, la legalità e il rispetto del lavoro. Un appello già raccolto da tutte le forze politiche e sociali, le amministrazioni locali e la parte sana dell’economia del nostro territorio. «E’ venuto  il momento di scegliere da che parte stare non solo con le parole, ma con i fatti concreti – hanno commentato i sindacati – serve una risposta ferma e decisa».

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