Compleanno domani

Centro ascolto Caritas, 25 anni vicini agli ultimi

Domenica il mercatino tutto il giorno. Il presidente Predieri spiega com’è cambiata l’attività e l’utenza

Centro ascolto Caritas, 25 anni vicini agli ultimi
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Compleanno importante il 5 ottobre per il Centro di Ascolto Caritas di Calenzano che compirà 25 anni. Un bel modo per tutti i cittadini di contribuire a festeggiare questo illustre traguardo sarà quello di partecipare domenica 4 al mercatino che si terrà per tutta la giornata, dalle 10 alle 19, nel piazzale antistante la sede del Centro, in via Giusti (ex cantiere comunale, accanto alla sede del distaccamento dei Vigili del fuoco).

Il Centro nacque nell’ottobre 1995 grazie al fondamentale impulso di don Marco Brogi, allora parroco di San Niccolò, insieme a un piccolo gruppo di volontari, ma da quel periodo l’attività ha visto importanti cambiamenti: «Abbiamo visto una crescente richiesta sul territorio di aiuto da parte delle famiglie calenzanesi, nella fascia di età media 3-60 anni, più penalizzati dai pochi sostegni statali a causa della diminuzione del lavoro ed i costi gestionali familiari, raddoppiati - spiega il presidente, Marsilio Predieri - L’approccio con gli utenti che si rivolgono a noi è sempre stato quello di privilegiare l’ascolto prima delle necessità materiali, come ci aveva insegnato don Marco, che ha sempre messo al centro di tutto la persona. Negli anni la risposta di aiuto è cambiata: prima erano soprattutto gli stranieri a chiedere vestiario e viveri, o di far loro il biglietto di ritorno al loro paese di origine; adesso le richieste vengono da famiglie italiane del territorio per il pagamento di affitti, utenze, libri scolastici, spese mediche. Operiamo in stretta collaborazione coi servizi sociali per far sì che l’aiuto possa essere mirato».

Il centro di ascolto è stato una realtà preziosa anche durante il periodo del lockdown: «Il Coronavirus - conclude Predieri - ha fatto aumentare in modo esponenziale le persone che hanno bussato alla porta del nostro centro, aumentando la distribuzione di altri 480 pacchi viveri. Questo ci ha messo a dura prova ma con dedizione, amore ed accoglienza abbiamo cercato di far fronte a tutte le loro necessità. Abbiamo letto negli occhi di molti la vergogna e la paura ma soprattutto tanta incertezza per il futuro. Abbiamo cercato di nascondere la nostra, infondendo a tutti serenità, speranza ed ascoltando per farli sentire meno soli. Molti di loro a piccoli passi hanno ripreso a lavorare e sono tornati in una fase di quasi normalità, ma non si sono dimenticati di noi, specialmente i più giovani che si sono offerti di far parte della nostra realtà fino ad allora sconosciuta. Vorrei ringraziare anche chi, direttamente o indirettamente, ci ha portato i viveri, circa 2400 kg».

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