Avete pensato a noi? Anche Clara Woods condivide l'appello dei figli disabili
Occorre ripensare la fase due dell'emergenza sanitaria tenendo conto delle persone con disabilità
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Occorre ripensare la fase due dell'emergenza sanitaria tenendo conto delle famiglie con figli diversamente abili. E' questa la richiesta che proviene dai tanti nuclei familiari con figli disabili. L'appello "avete pensato a noi?" è stato condiviso anche da Clara Woods, la ragazza che dopo aver avuto un ictus pre natale, comunica attraverso la pittura non riuscendo a parlare.
"Noi siamo sempre rimasti qui, a casa, nelle nostre belle, brutte, piccole, grandi, affollate o silenziose case - dichiara Carlo Woods raccogliendo le emozioni ed il pensiero della giovane artista che abita a Calenzano - abbiamo passato dei momenti belli con la nostra famiglia (ma forse non è stato così per tutti noi) e per un po’ abbiamo fatto pochi compiti, poi sono iniziati quelli al computer con le facce di tutti i compagni e della maestra ma senza riuscire veramente mai a parlare con qualcuno. Abbiamo cercato di fare i bravi, per tanti giorni e ormai “quando non ci sarà più il virus” è la frase che usiamo in ogni discorso per immaginarci quello che sarà il futuro. Ora quello che vi chiediamo è "e noi?". Cosa avete pensato per i nostri prossimi mesi? Avete pensato a chi di noi ha bisogno di sostegno? Avete pensato a chi ha i genitori che sono già tornati a lavorare? Avete pensato a come torneremo a stare assieme ai nostri compagni e alle nostre maestre? Avete pensato a quando potremo rivedere i nostri nonni? Avete pensato a noi? Avete pensato al nostro futuro?
I tanti genitori dei "supereroi con disabilità" chiedono al Governo di adottare misure specifiche, come prevedere educatori a domicilio che possano dare una mano alle famiglie in difficoltà e l'erogazione di contributi economici. L'appello corre sulla rete con la speranza che da parte delle Istituzioni vi sia un'attenzione particolare verso le persone con disabilità che da quando è iniziata la pandemia stanno vivendo un dramma nel dramma.