ATTESA PER GLI ESAMI

Mostro di Firenze, riesumati i resti di Francesco Vinci: si cerca un DNA per compararlo con quello dei figli

Francesco Vinci, originario di Villacidro (Cagliari), è una delle figure chiave della cosiddetta "pista sarda"

Mostro di Firenze, riesumati i resti di Francesco Vinci: si cerca un DNA per compararlo con quello dei figli
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Nel cimitero di Montelupo Fiorentino sono stati riesumati i resti di Francesco Vinci, una delle figure chiave nella "pista sarda" sui delitti del Mostro di Firenze. Le operazioni - ordinate dalla Procura di Firenze - si sono svolte nella mattinata di venerdì 27 settembre 2024.

La richiesta della famiglia

La richiesta è arrivata dalla vedova Vitalia Velis e dai figli, i quali avevano chiesto personalmente la riesumazione del cadavere. L'obiettivo, grazie all'esame del DNA, è capire se veramente il corpo dell'uomo, trovato ucciso, incaprettato e carbonizzato nel bagagliaio di un'auto nell'agosto 1993, nella campagna di Pisa, fosse quello di Vinci.

Alcuni mesi dopo la presunta morte di Francesco infatti, la moglie è sicura di averlo visto. Una suggestione? Quel che è certo è che qualora fosse davvero vivo, Francesco Vinci oggi avrebbe 81 anni. Egli fu uno dei primi sospettati di essere il Mostro di Firenze, prima di essere scagionato mentre si trovava in carcere.

I suoi resti sono stati portato all'istituto di medicina legale di Firenze, dove saranno esaminati dagli esperti incaricati dalla procura, il medico legale Martina Focardi e il genetista Ugo Ricci, e da quelli nominati dalla stessa Vitalia Velis, ovvero il genetista forense Eugenio D'Orio e il medico legale Aldo Allegrini.

Chi è Francesco Vinci

Francesco Vinci, originario di Villacidro (Cagliari), è come detto una delle figure chiave della cosiddetta "pista sarda" dei delitti del Mostro di Firenze. Inizialmente si credeva fosse lui il responsabile degli omicidi e finì in carcere nel 1982. Fu rimesso in libertà nel 1983, quando vennero uccisi i ragazzi tedeschi a Giogioli. Lui era in carcere e fu di conseguenza scagionato perché non avrebbe potuto commetterli.

Nel 1993 fu trovato ucciso e carbonizzato assieme all'amico Angelo Vargiu, nelle campagne di Chianni, Pisa. Il riconoscimento dei familiari, davanti a un corpo ridotto a poltiglia, venne effettuato basandosi sull’orologio e la fede. Ora si andrà appunto alla ricerca di un dna da comparare con quello dei figli.

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