Gestivano la rete dello spaccio

Elba, vasta operazione anti-droga: 4 arresti e 19 indagati

Un uomo portato in carcere, per un altro il divieto di espatrio e per altri due l’obbligo di dimora. L’indagine dei carabinieri avviata alla fine del 2020

Elba, vasta operazione anti-droga: 4 arresti e 19 indagati
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Duro colpo allo spaccio di sostanze stupefacenti all'Isola d'Elba.

Due albanesi e due italiani arrestati

Si chiama “Alba” la maxi operazione dei carabinieri di Portoferraio, su disposizione della procura di Livorno, che ha permesso ai militari di eseguire nella prima mattinata di oggi, giovedì 29 agosto, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, due cittadini albanesi e due italiani tra i 39 e i 65 anni, gravemente indiziati dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare i militari hanno dato esecuzione ad una custodia cautelare in carcere, a due obblighi di dimora con vincolo di permanenza notturna in casa e ad un divieto di espatrio disposti dal gip del tribunale di Livorno.

 

Le indagini partite da un ovulo di coca nell'intestino di un detenuto

 

L’indagine è stata avviata alla fine del 2020, dopo che un detenuto rientrato da un permesso, avvertiva nella notte un malore all’interno del carcere di Porto Azzurro, a seguito del quale veniva ricoverato nell’ospedale di Portoferraio. Le cure del caso permettevano di rilevare la presenza nell’intestino del detenuto di un ovulo contenente cocaina, accertata poi acquistata sul territorio isolano.

La rete dello spaccio nell'isola

Lo svilupo delle indagini ha permesso di accertare inequivocabilmente, anche nel pieno periodo Covid, i vari passaggi ai vari livelli della droga, la quale veniva consegnata dal capo banda ad un suo connazionale residente a Roma ma domiciliato sull’Isola d’Elba che a sua volta gestiva personalmente altri pusher locali gravitanti nei vari comuni isolani che provvedevano poi allo smercio al dettaglio della sostanza.

Dicannove indagati

Nei guai sono finite 19 persone (15 uomini e 4 donne) ed in particolare di 4 uomini tutti già noti alle forze dell’ordine, tutti indagati per numerosi indizi relativi una fiorente attività di spaccio posta in essere su tutta l’Isola d’Elba e foraggiata da sostanze stupefacenti del tipo cocaina provenienti in prevalenza dalla lucchesia, ove operava un cittadino albanese, ritenuto il capo della banda e tratto in arresto in queste ore dai carabinieri di Poortoferraio in collaborazione con quelli della compagnia di Lucca e della stazione di Altopascio.

Il linguaggio in codice

Gli investigatori hanno accertato anche il frequente ricorso ad un linguaggio criptico degli indagati e degli acquirenti per riferirsi allo stupefacente o al denaro, con l’impiego di termini specifici e ricorrenti come: “bidoni, attrezzi, litri di pittura, posti a sedere, chiavi, birre, formaggio, benzina, reti e materassi”.

Gli stratagemmi per nascondere la droga

In alcuni casi lo stupefacente veniva nascosto in alcuni anfratti ricavati in alcune zone boschive della periferia di Portoferraio, scoperti però dalle indagini dei carabinieri. In una circostanza i militari hanno rinvenuto e sequestrato nascosto sotto terra ai piedi di un grande albero in una zona boschiva, un cofanetto di plastica contenente tre grosse “pietre” di cocaina pura per un peso complessivo di circa 70 grammi e dal quale si sarebbero potute ricavare con i dovuti tagli oltre 300 dosi.

Sostanza poi ricondotta ad uno dei principali indagati. Proprio per non destare sospetto i militari sul luogo di questo rinvenimento hanno simulato un abbattimento di un cinghiale ad opera di alcuni cacciatori, con tanto di spargimento di colorante rosso e di alcune cartucce da caccia. Eloquente è stata l’intercettazione telefonica poi rilevata dagli investigatori tra il pusher detentore della sostanza ed un suo cliente: “l’ho persa, proprio lì lo dovevano uccidere!”.

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