Rifiuta cibo e cure, 63enne si lascia morire al carcere di Sollicciano
Il detenuto versava in condizioni difficili per patologie e problematiche personali. Mercoledì le sue condizioni si sono aggravate
Da settimane rifiutava qualsiasi tipo di cura, non voleva mangiare e allontanava gli agenti della polizia penitenziaria. Era tossicodipendente, affetto da epatite C, con disturbi psichiatrici e non più autosufficiente.
Ivano G. aveva deciso di non lottare più e si è lasciato morire. Una drammatica storia quella del detenuto al carcere di Sollicciano raccontata da La Nazione, conclusa con la corsa all'ospedale Torregalli dove poche ore dopo il ricovero è arrivato il decesso del 63enne di Firenze.
"Trovare una struttura adatta alle sue patologie è stato impossibile", ha spiegato il suo legale Claudia Baccetti al quotidiano. Gli erano rimasti pochi mesi da scontare e nel 2025 sarebbe uscito, ma senz'altro desta stupore scoprire come un soggetto così fragile potesse trovarsi in carcere.
Nella sera di mercoledì 21 agosto 2024 le sue condizioni si sono aggravate e all'arrivo al presidio ospedaliero erano già critiche. La Procura di Firenze ha disposto l'autopsia sul corpo.