Risarcita dopo 48 anni dal parto: si infettò con l'epatite C, risarcimento da 170mila euro
Alla donna fu effettuata una trasfusione con sangue infetto in seguito ad una emorragia durante il parto cesareo
Era il giorno della nascita della sua figlia primogenita, un giorno di gioia per tutta la famiglia. Quel 23 febbraio 1976 si trasformò invece in un vero e proprio incubo. L'allora 20enne originaria di Borgo San Lorenzo fu sottoposta ad una trasfusione con sangue infetto dal virus dell'epatite C poiché durante il parto cesareo subì una emorragia.
Dopo 48 lunghi anni, la Corte di appello di Firenze ha condannato il Ministero della Salute e il Comune di Borgo San Lorenzo - quest'ultimo in quanto responsabile "contrattuale" dell'ormai ex ospedale di Luco di Mugello dove avvenne l'intervento - a risarcire la donna per danni morali e biologici con oltre 167mila euro.
La scoperta della malattia
La donna accusò i sintomi solo nel 2007, quando a seguito di un controllo scoprì di essere malata. Il virus si risvegliò e nel 2010 fu ricoverata all'ospedale di Careggi dove le fu eseguito un urgente trapianto di fegato.
Nonostante fossero passati tanti anni dal parto, i medici e i periti confermarono il nesso causale tra la trasfusione del sangue infetto e l'insorgere della malattia. Da qui il processo fino alla sentenza storica che sovverte quella data in primo grado.