Firenze, psichiatra e infermiera minacciate col coltello: sotto sequestro per 45 minuti
Ad aggredirle un paziente 50enne conosciuto per aver creato disordini anche in passato in altre strutture di Firenze
Minacciate con un coltello e un cacciavite, una psichiatra e un'infermiera sono state tenute sotto sequestro per 45 minuti. Una tragedia solo sfiorata che ha lasciato un grosso spavento in tutto il nuovo ambulatorio del centro di Salute mentale di Montedomini, in via dei Malcontenti a Firenze.
È lì che venerdì 26 luglio 2024, un 50enne italiano senza fissa dimora, paziente conosciuto e noto per vari disordini creati anche in altre strutture sanitarie, si è presentato con aria minacciosa.
Le minacce
"Vi ammazzo", avrebbe ripetuto più volte minacciando soprattutto l'infermiera. Ha fatto irruzione nel centro inaugurato appena un mese fa, scoperto nonostante i tentativi di tenerglielo all'oscuro. L'uomo infatti si sarebbe reso protagonista di gravi episodi in passato anche al pronto soccorso di Santa Maria Nuova e all'Albergo popolare dell'Oltrarno.
A raccontare la terribile vicenda è il Corriere Fiorentino. A far spaventare maggiormente le due donne inoltre, sarebbe stata una piccola tanica che l'uomo teneva con sé. Il dubbio è che dentro ci potesse essere della benzina. Dopo 45 infiniti minuti, il 50enne - forse anche sotto effetto di sostanze stupefacenti - se n'è andato improvvisamente.
Orribili precedenti
Stando a quanto raccolto dalle testimonianze dei presenti, l'uomo sarebbe stato alla ricerca del primario e forse per questo non avrebbe aggredito fisicamente le due donne. Di certo vi è che nonostante gli orribili precedenti, il problema della sicurezza nei centri di salute mentale resta caldissimo. L'esito stavolta non ha portato gravi conseguenze fisiche ma le due donne sono state difatti in pericolo di vita. "Potevo essere morta", avrebbe detto la psichiatra.
Il precedente che salta subito alla mente è ovviamente quello dell'omicidio della psichiatra Barbara Capovani, avvenuto poco più di un anno fa all'ospedale Santa Chiara di Pisa. Anche in quell'occasione fu un paziente conosciuto - Gianluca Paul Seung - ad aggredire la donna. Oggi come allora, resta l'emergenza e il bisogno di un intervento urgente.
"Le aggressioni perpetrate verso tutto il personale sanitario non sono più sostenibili e richiedono un intervento protettivo urgente. Serve un altro omicidio per comprendere che dobbiamo fare qualcosa?", ha dichiarato il presidente dell'Ordine dei medici di Firenze, Pietro Dattolo, come riportato dall'ANSA.
"A distanza di poco più di un anno dall'omicidio della psichiatra Barbara Capovani, al Santa Chiara di Pisa, la storia ha rischiato di ripetersi. Quella del Montedomini è, peraltro, soltanto una tra le circa mille aggressioni che i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari, gli assistenti sociali, gli educatori e tutte le altre figure che lavorano nel nostro settore, subiscono ogni anno. Non è più ammissibile andare avanti così. Non è accettabile il pensiero di recarsi al lavoro per assistere il prossimo e rischiare di non fare rientro a casa", ha proseguito Dattolo.
"Lo diciamo da molto tempo e lo ribadiamo di nuovo: per contrastare questa pericolosa tendenza serve che le istituzioni supportino tutti i soggetti coinvolti in percorsi di sensibilizzazione e prevenzione. La svolta che deve essere compiuta è di carattere culturale. È un fatto di consapevolezza collettiva. Non è possibile che il personale medico venga abbandonato, di fronte a questi pericoli: il diritto alle cure e quello alla sicurezza non sono scindibili", ha concluso il presidente dell'Odine.