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Terme di Montecatini, deserta l'asta per l'acquisto: ora sono due le ipotesi

Nessuno ha versato la cauzione necessaria entro i termini stabiliti. L'asta, prevista per il 16 luglio, non avrà partecipanti

Terme di Montecatini, deserta l'asta per l'acquisto: ora sono due le ipotesi
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Asta deserta per le Terme di Montecatini. Sono scaduti i termini per la presentazione di un’offerta d’acquisto del patrimonio immobiliare della società (compresi marchi, diritti immateriali, rami aziendali e beni mobili), ma non è stata depositata alcuna busta contenente la cauzione presso lo studio del notaio Vincenzo Gunnella di Firenze, o da altri professionisti periferici, il quale a mezzogiorno di martedì 16 luglio 2024 avrebbe dovuto procedere allo svolgimento della gara vera e propria.

Il lotto in vendita

La base d'asta per l'intero ed unico lotto delle Terme di Montecatini era di 42.158.725,00. Esso comprendeva la vendita di numerosi immobili, beni immateriali, aziende e beni mobili costituenti il ramo termale del complesso denominato appunto Terme di Montecatini.

In totale sono circa una decina in cui spiccano le Terme Tettuccio e le Terme Leopoldine, dove vi sono ancora da completare le piscine progettate dall’architetto Massimiliano Fuksas. Comprese ci sono inoltre anche istituti di cura, palazzine, acquedotti, negozi, parchi, ma anche marchi e la concessione mineraria per l’acqua termale rilasciata dalla Regione Toscana fino al 2033.

Cosa accade adesso?

La procedura di vendita dell’azienda (partecipata al 100% da Regione Toscana e Comune di Montecatini) era stata decisa nell’ambito del concordato preventivo approvato dal tribunale di Pistoia nel 2023.

Nei prossimi giorni il giudice delegato, il commissario giudiziale e il liquidatore giudiziale si riuniranno per decidere i prossimi passi da compiere. Le ipotesi vagliate al momento sembrerebbero essere due: la riproposizione di un bando di acquisto in lotto unico ma con una riduzione del valore di un terzo - da 42 a circa 28 milioni di euro - o la vendita frazionata dei vari beni.

Nel caso di nuova gara - come già paventato per quella appena andata deserta - potrebbero partecipare assieme anche Comune, Regione e la Fondazione Cassa Di Risparmio Di Pistoia e Pescia. Il Comune sarebbe interessato a prelevare la Torretta, dal costo di circa un milione di euro, la Regione - anche in virtù di una legge regionale approvata - acquisterebbe Tettuccio, Regina, Redi ed Excelsior. Infine le Terme potrebbero essere prese dalla Fondazione. Essi potrebbero essere coadiuvati da partner pubblici o istituzionali, tra cui potrebbe esserci la Cassa Depositi e Prestiti.

La volontà del pubblico è quella di tutelare il patrimonio termale senza però escludere l'affidamento ad un privato per la gestione e il tentativo di un nuovo rilancio. Il pensiero dei cittadini, tra chi spera nel pubblico e chi nel privato, sembra comunque essere in primis lo stesso di Comune e Regione, ovvero tutelare la storia della città.

Il commento del consigliere Fanucci

Non si è al momento espresso il neo sindaco Claudio Del Rosso anche in segno di rispetto per la procedura in corso e la sua volontà di non volere interferire con il lavoro dei professionisti. A parlare è intanto l'opposizione con il consigliere comunale Edoardo Fanucci ad esprimere il suo pensiero sul proprio profilo Facebook.

"Terme: asta deserta, non c’è più tempo da perdere. Diamoci una mossa! Ricostruire e rilanciare un’identità perduta che non può e non deve essere dimenticata. I prossimi dieci anni saranno fondamentali. Serve coraggio, ma soprattutto visione. Essere una città termale, patrimonio UNESCO, comporta delle responsabilità. Comporta fare delle scelte conseguenti, non sempre popolari. Ce ne dovremo far carico. Con serietà e coraggio. Non arriverà nessuno con la bacchetta magica a salvarci, toccherà a noi. E se qualcuno coltivava pie illusioni oggi, alla notizia dell’asta deserta (nessuno ha depositato la cauzione) è il tempo di svegliarsi. Per tutti. Nessuno escluso. 

Con serietà e concretezza ci dovremo rimboccare le maniche e ripartire. Con scelte forti e azioni conseguenti. Lo ripeto da anni, torno a farlo oggi, con toni forti e parole chiare:

la Regione Toscana deve comprare il Tettuccio, esercitare la prelazione attivandosi, fin da subito, con tutte le opere per il restauro e la messa in sicurezza dello Stabilimento. 

• C’è una legge regionale approvata - le risorse stanziate (16,4 milioni di euro) - un tribunale che ha omologato il concordato anche e soprattutto sulla base di questa offerta irrevocabile di acquisto.

• Per farci cosa, mi chiede ancora qualcuno? Per mantenere e rilanciare un patrimonio unico e inestimabile. Per non perdere il marchio UNESCO e non farlo perdere a tutte le altre città termali che, insieme a noi, possono fregiarsene. Per non chiudere una città che fa delle terme il suo tratto unico e distintivo. Per tornare ad accogliere, durante la stagione turistica, visitatori e curisti, da tutto il mondo.

Il Comune farà la propria parte: acquistando e valorizzando la Torretta. Aprire al pubblico il suo bellissimo parco integrandolo alla pineta sarà il passaggio successivo, naturale e conseguente. 

Ma il Sindaco deve occuparsi della città. Non fare nuovi scavi, nuove piscine o nuove iniziative che non hanno niente a che fare con la sua missione istituzionale. Il Sindaco Del Rosso faccia un passo indietro: realizzare un nuovo buco/cratere alla Torretta con le Leopoldine nello stato un cui sono sarebbe un errore imperdonabile!".

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