Milano

Violenza sessuale, Mattia Lucarelli condannato a 3 anni e 7 mesi

Secondo il giudice, l'abuso è avvenuto in condizione di inferiorità perché la vittima aveva bevuto molto. Condannati altri 4 giovani

Violenza sessuale, Mattia Lucarelli condannato a 3 anni e 7 mesi
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"I ragazzi sono devastati", ha fatto sapere uno dei difensori di Mattia Lucarelli, figlio dell'ex calciatore Cristiano e di Federico Apolloni, che erano presenti in aula e sono rimasti impietriti quando il Tribunale li ha condannati a 3 anni e 7 mesi per aver violentato insieme ad altri 3 amici in un appartamento di Milano una giovane studentessa americana conosciuta in discoteca.

Gli arresti domiciliari, ora la condanna

Dopo 11 mesi del marzo 2022 dai fatti Mattia Lucarelli, figlio dell'ex calciatore Cristiano e Federico Apolloni – entrambi 24 enni – finirono agli arresti domiciliari per essere poi rimessi in libertà. Ora, la condanna con il rito abbreviato che avevano scelto.

Il tasso alcolemico della vittima

Al centro del processo c'erano le condizioni della giovane al momento del rapporto sessuale. Per l'accusa era alterata, tanto da essere «incosciente». Considerato il suo tasso alcolemico la difesa sosteneva il contrario ma i giudici non hanno creduto a Lucarelli e Apolloni che si sono sempre proclamati innocenti.

Le altre condanne e il risarcimento danni

Uno degli altri tre imputati è stato condannato a 2 anni e 8 mesi e gli altri due a 2 anni 5 mesi. Uno dei due episodi di violenza sessuale contestati è avvenuto, secondo il giudice, con l'abuso delle condizioni di inferiorità in quanto la vittima - nei cui confronti è stato disposta una provvisionale di 150mila euro - aveva bevuto molto. Le motivazioni della sentenza saranno depositate in 90 giorni.

Le reazioni per la durezza della sentenza

 "Sono devastati perché sono dei ragazzi normali di 20 anni",  ha spiegato l'avvocato Margherita Benedini, uno dei difensori dei 5 giovani.  Il legale ha aggiunto di "non condividere" la sentenza precisando che il giudice ha dato "una ricostruzione diversa rispetto a quella della Procura".

Il Pm Alessia Menegazzo infatti ha contestato la violenza sessuale per costrizione, mentre il gup per induzione, ossia abusando della condizioni di inferiorità della vittima che aveva bevuto molto.

 

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