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Volterra, dopo il crollo delle mura etrusche si indaga sulle cause. Non è stata una infiltrazione d'acqua

Ieri il sopralluogo del primo cittadino, Giacomo Santi, insieme ai tecnici

Volterra, dopo il crollo delle mura etrusche si indaga sulle cause. Non è stata una infiltrazione d'acqua
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E' ancora presto per dire quale sia stata la causa che ha fatto crollare parte delle mura etrusche a Volterra, in provincia di Pisa. La risposta potrà esserci solo quando si comincerà a pulire la parete e a fare i necessari approfonditi rilievi. Lo dicono chiaramente dall'Amministrazione, in seguito anche al sopralluogo di ieri del sindaco, Giacomo Santi.

"Massimo impegno e attenzione da parte di tutte le autorità competenti allo scopo di far partire al più presto i lavori di rimozione e restauro del crollo che ha interessato l’antica cinta muraria della zona di San Felice", ha fatto sapere il primo cittadino, Giacomo Santi.

Il sopralluogo del sindaco Santi insieme ai tecnici

Ingenti i danni. Adesso il ripristino

"Sono consapevole che il crollo delle mura della Porta San Felice rappresenta non solo una perdita fisica, ma anche un simbolo del nostro patrimonio storico e culturale - ha evidenziato Santi -  Rassicuro tutti che stiamo già lavorando per valutare i danni e per avviare le necessarie operazioni di ripristino. Con l’impegno di tutti, sono certo che supereremo anche questo momento difficile e che Volterra continuerà a brillare con tutta la sua bellezza e il suo splendore. Grazie a tutti con profonda gratitudine e determinazione".

Poteva essere evitato il crollo?

Tra le ipotesi potrebbe esserci la creazione di una lesione che si è aperta nel corso del tempo. Difficile da prevedere. Un evento, quindi, da ricondurre all'"invecchiamento".

"Si tratta di un muro molto vecchio, di epoca romana, e che con il passare del tempo può crollare - ha detto l'ingegnere incaricato dal Comune, Emilio Pistilli, della Il Tirreno. Di fatto con il passare del tempo la maggioranza delle mura è crollata pezzo dopo pezzo.

Vista dall'alto di Volterra

"Non è un’infiltrazione d’acqua", come ipotizzato inizialmente.

"I terreni crollati - ha fatto sapere il geologo - sono quasi tutti di un vecchio riporto realizzato ai tempi della costruzione delle mura: si vede guardando le sabbie del substrato naturale che non sono state coinvolte dal dissesto i terreni franati che sono asciutti o comunque con un’umidità limitata. Quando si creano infiltrazioni d’acqua si creano infatti vere e proprie colate di fango. Tra l’altro il giardino che si trova nella parte alta ha una pendenza tale da convogliare le acque meteoriche verso una caditoia che si trova nella parte opposta al punto del crollo".

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