Compravendita di oro abusiva, smascherato il sistema illecito dietro un'associazione no profit
L'esercizio commerciale non autorizzato era portato avanti da una coppia la quale disponeva di fondi dovuti ad un'associazione
Un uomo di origine campane e la sua compagna, dietro lo schermo di un’associazione senza scopo di lucro e una società a responsabilità limitata, ponevano in essere un vero e proprio commercio non autorizzato di gioielli per utilità esclusivamente personali, mediante l’utilizzo di fondi nella loro disponibilità in forza degli incarichi rivestiti all’interno proprio della suddetta associazione e società.
L'indagine è nata dall’approfondimento di alcune aggiudicazioni di preziosi in oro avvenute nel corso di aste pubbliche online indette dall’Istituto Vendite Giudiziarie di Lucca.
Un sistema illecito collaudato
In particolare, i riscontri effettuati dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria alla sede dell'associazione hanno fatto emergere un collaudato sistema illecito posto in essere da un soggetto di origine campane, gravato da diversi precedenti di polizia, con la complicità della sua compagna.
Attraverso mirate indagini e l’analisi delle movimentazioni bancarie è stato accertato che i due indagati avevano, in realtà, partecipato a diverse aste giudiziarie su tutto il territorio nazionale, aggiudicandosi ben 83 lotti di preziosi per un importo complessivo di 546.228,50 euro, configurando il reato di esercizio abusivo dell’attività di compravendita di oro.
Al termine delle attività investigative, i due indagati, in concorso tra di loro, sono stati denunciati per avere svolto, in via professionale, l’esercizio del commercio di oro senza averne dato preventiva comunicazione all’Ufficio Italiano Cambi e senza essere iscritti nel registro degli O.A.M. (Organismo competente in via esclusiva ed autonoma per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi).