prosegue la manifestazione

La protesta degli agricoltori prosegue senza sosta: "Lunedì entriamo in autostrada"

Centinaia di mezzi agricoli per le strade toscane. L’obiettivo è far sentire la propria voce da Roma fino a Bruxelles

La protesta degli agricoltori prosegue senza sosta: "Lunedì entriamo in autostrada"
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Prosegue incessantemente la protesta degli agricoltori nei pressi del casello autostradale di uscita dall'A1 di Valdichiana, ormai bloccato a fasi alterne da giorni. Un raduno che va avanti da martedì 30 gennaio 2023 e che rischia di protrarsi anche la prossima settimana. Il messaggio degli agricoltori è chiaro, se non vi sarà una chiamata da parte del ministro, lunedì 5 febbraio 2024, i trattori invaderanno direttamente l'autostrada.

Alla base vi è anche un aumento esponenziale dei costi tanto che mantenere il proprio lavoro è diventato pressoché insostenibile con ricavi inferiori alle spese. Nel frattempo sono previsti circa 500 trattori per la giornata di domani, sabato 3 febbraio 2024, e numeri in rialzo la domenica, per l'arrivo di agricoltori da altri presidi della Toscana. Utilizzando i mezzi agricoli, i protestanti bloccano per diversi minuti il casello di Valdichiana, rendendo impossibile il passaggio. Se non ci sarà un incontro col Governo, lunedì la protesta potrebbe assumere un impatto ancora maggiore.

La protesta

Hanno chiesto un incontro immediato con il Governo e oggi (mercoledì 31 gennaio 2024), di nuovo, sono scesi per manifestare. Alle 11 ci sarà un altro blocco al casello autostradale in Valdichiana. D'altronde lo hanno chiesto a gran voce in tutta la Toscana, da Arezzo, Grosseto, Firenze fino a Pisa. Centinaia di mezzi agricoli che hanno come obiettivo quello di farsi sentire sulle politiche agricole.

E la loro posizione è chiara: "no al cibo sintetico", abolizione immediata degli incentivi per non coltivare i terreni, contenimento della fauna selvatica ma soprattutto la riprogrammazione del Green deal, bollata da Riscatto Agricolo come frutto di un estremismo ambientalista che metterebbe in crisi la produzione agricola e i consumatori.

Cartelli colorati

"I grilli per voi, il made in Italy per noi", "incolti sarete voi, non la mia terra". Sono solo alcuni dei cartelli che hanno sfilato insieme agli agricoltori, che in queste ore stanno alzando la voce per quella che loro chiamano "il funerale dell'agricoltura". Lo hanno fatto, simbolicamente ovviamente, a Pisa. Un vero e proprio funerale, con tanto di feretro e necrologio. Con i loro trattori sono arrivati da tutte le province toscane, occupando caselli autostradali e parcheggi. A Pisa hanno già comunicato che rimarranno nell'area commerciale di Navacchio, se non verranno ascoltati, per ben cinque giorni.

"Purtroppo noi, che viviamo di questo, abbiamo visto che le politiche dell'Unione Europea volgono a diminuire le produzioni agricole europee, c'è sempre una tendenza a renderci la vita impossibile e la scelta obbligata è quella di diminuire le coltivazioni o di smettere - ha spiegato l'organizzatore della protesta, Maurizio Senigagliesi - perché oggi siamo arrivati al punto dagli adempimenti e dalle nuove politiche agricole siamo arrivati al punto di non poter più lavorare oltretutto il prezzo è sempre meno a noi e sempre di più ai consumatori, quindi c'è qualcosa che non quadra".

Critiche le associazioni di categoria

Coldiretti, Cia e Confagricoltura, da parte loro, non hanno aderito alla manifestazione, ma sono critiche verso le politiche del Governo.

Stop all'import sleale che danneggia le imprese agricole

Nei giorni scorsi Coldiretti era intervenuta per dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno.

Anche Confagricoltura Toscana aveva espresso la propria solidarietà agli agricoltori.

"Capiamo le proteste degli agricoltori contro le politiche di settore della Ue".

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le proteste di gruppi di agricoltori stamani al casello dell’A1 Valdichiana e a Grosseto.

"Siamo vicini a loro. La riforma della Pac è inadeguata rispetto alle esigenze di tutela del reddito agricolo ed è troppo complessa sul piano amministrativo. L’agricoltura è un settore strategico per il futuro perché tiene insieme l’aspetto economico e quello di tutela dell’ambiente".

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