in tutta la toscana

Protesta 50 trattori a Grosseto ma vengono fermati fuori città

Confragricoltura: "La politica li ascolti"

Protesta 50 trattori a Grosseto ma vengono fermati fuori città
Pubblicato:
Aggiornato:

Protesta degli agricoltori contro l'Europa anche a Grosseto dove circa 50 trattori e diversi mezzi pesanti si trovano bloccati su un lato della vecchia Aurelia, oggi strada provinciale 154, mentre tentano di raggiungere il capoluogo dal sud della Maremma.

Un corteo sarebbe dovuto partire intorno alle 10 per raggiungere piazza Nassirya, a ridosso delle Mura del centro storico di Grosseto, per un dibattito sulle politiche agricole comunitarie.

Ma non si è svolto perché le autorità prefettizie e le forze dell'ordine hanno spiegato agli organizzatori che avrebbero dato l'autorizzazione per un corteo ridotto, con un solo trattore e alcuni agricoltori a piedi.

La vecchia Aurelia risulta bloccata in entrata a Grosseto, dopo il ponte sul fiume Ombrone che viene chiamato ancora Ponte Mussolini, perché i manifestanti hanno fermato la marcia dei trattori sulla corsia in ingresso in attesa di poter ricevere l'okay a entrare in città. Alcuni mezzi sono stati posteggiati nelle piazzole accanto alla strada, ma la maggior parte non ha trovato posto. Sui trattori le bandiere italiane e anche la scritta 'Sì latte italiano'.

Proteste anche ad Arezzo

"Coltiviamo futuro non speranza", "Non vogliamo essere schiavi dell'Europa, non vogliamo cibo spazzatura", "Incolti sarete voi, non la mia terra". Sono solo alcuni dei cartelli che i 250 trattori hanno bloccato il casello Valdichiana dell'Autostrada del Sole.

Al casello tra Sinalunga e Foiano della Chiana sono arrivati in mattinata circa 250 trattori.

La manifestazione si ispira alle analoghe proteste in atto per gli stessi motivi da parte degli agricoltori in Francia e in Germania contro le politiche agricole della Ue, e dovrebbe durare cinque giorni, da oggi, 30 gennaio 2024, fino al 3 febbraio 2024.

Confragricoltura: "La politica li ascolti"

Capiamo le proteste degli agricoltori contro le politiche di settore della Ue. Siamo vicini a loro. La riforma della Pac è inadeguata rispetto alle esigenze di tutela del reddito agricolo ed è troppo complessa sul piano amministrativo. L’agricoltura è un settore strategico per il futuro perché tiene insieme l’aspetto economico e quello di tutela dell’ambiente”,

A dirlo è Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, commentando le proteste di gruppi di agricoltori stamani al casello dell’A1 Valdichiana e a Grosseto.

Un tema al centro delle preoccupazioni degli agricoltori toscani è la riduzione dei fitofarmaci.

"Bisogna certamente privilegiare le risorse naturali e la biodiversità – dice Neri – e in Toscana di sicuro non manca questa sensibilità. Però al tempo stesso dobbiamo aprire alle innovazioni, se garantiscono buone alternative alle imprese. Dire di no a tutto in modo aprioristico non ha senso".

Netta invece l’opposizione alla proposta di regolamento in materia di emissioni industriali licenziata da Parlamento e Consiglio europei. “Siamo contrari alla prospettiva di estendere agli allevamenti una normativa che è per il settore industriale. La nostra confederazione nazionale lavorerà con il Parlamento e la Commissione Europea che entreranno in carica dopo le elezioni di giugno per riaprire il dossier e garantire una maggiore tutela degli allevatori italiani e toscani”.

"Centrale – continua il presidente di Confagricoltura Toscana – anche il tema dell’acqua. Servono incentivi alle imprese per modernizzare la rete, ma anche alcuni interventi normativi come il risarcimento danni e la copertura assicurativa. Bisogna anche qui avere coraggio, innovare, anche attraverso agricoltura di precisione e formazione".

Sull’agricoltura 4.0, spiega Neri, "bisogna orientarci sempre di più su investimenti verso la transizione digitale ed ecologica, a vantaggio anche delle imprese della nostra regione. È ovvio che poi ci deve essere una particolare attenzione alla natura ma non si deve mai sacrificare l’aspetto produttivo. In Toscana, come in Italia, la parola d’ordine deve essere equilibrio: sostenibilità ambientale ed economica non sono in competizione".

Seguici sui nostri canali